martedì 23 marzo 2010



Ma quale crisi! Un pensionato di Arcore aumenta il suo reddito di 8 milioni e mezzo!






Finalmente uno schiaffo ai disfattisti, a tutti quelli che parlano di crisi, e un milione e duecentomila schiaffoni a un milione e duecentomila nuovi dissoccupati nati sotto l’illuminato governo di Silvio Berlusconi. E’ notizia di ieri che un pensionato di Arcore, tale S.B., ha denunciato al fisco nel 2009 ben otto milioni e mezzo in più dell’anno precedente, per un totale di 23.057.981 euro. La crisi per lui non esiste, e questo dà senza dubbio ragione al nostro illuminato premier secondo cui la crisi economica è una montatura del magistrati, dei comunisti e forse persino dei magistrati comunisti. Ad Arcore, dove è registrato all’anagrafe, non tutti sono sicuri dell’identità del ricchissimo pensionato e pochi sanno rispondere sulla sua vera occupazione. "Credo che sia quel tipo bassino dalla faccia cattiva - ha detto il panettiere - ma non chiedetemi cosa fa di lavoro perché non l’ho mai capito". Al bar del paese si sprecano le ipotesi. "E’ uno che sta sempre al telefono e sbraita ordini: chiudete questo, chiudete quello! Mai che l’abbia sentito ordinare una grappa, ma una legge sì, anzi si è ordinato molte leggi". Rincara un idraulico che vuole rimanere anonimo: "No, non so cosa faccia questo signore di mestiere. Quella delle leggi l’ho sentita anch’io, le ordina per telefono e va a provarle a Roma, se le fa fare su misura, ma come faccia i soldi davvero non lo so". In ogni caso, che un misterioso signore di Arcore, che tutti descrivono arrogante e collezionista di parrucchini, abbia incrementato il suo reddito del trenta per cento rappresenta una nota di ottimismo per il Paese. Tutti stanno in crisi, con le pezze al culo o in cassa integrazione, e lui invece no, questo significa che deve avere qualche amico al potere, magari addirittura nei palazzi che contano a Roma. "Una volta l’ho visto vestito da ferroviere, ma credo che i ferrovieri prendano meno - aggiunge un sindacalista dal tetto della sua fabbrica. Meno male che quel signore non ha incarichi di governo, perché se si scoprisse che chi incrementa di un terzo il suo reddito annuale in una situazione economica disperata come quella attuale gestisce pure l’economia nazionale, allora sì che ci troveremmo al cospetto di una bella mascalzonata".

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