giovedì 8 aprile 2010

Regionali, analisi del voto in Umbria

Quando si analizzano i risultati elettorali, spesso nei confronti tra tornate elettorali diverse, il riferimento è quasi sempre ai dati percentuali, anche in questo caso assai eloquenti con un centro sinistra che nel complesso in Umbria recupera rispetto alle consultazioni più recenti, ma di 4,5 punti sotto il risultato del 2005, ed un centro destra che conferma il risultato del politiche e migliora rispetto alle precedenti regionali, con un PDL che passa dal 29,5% al 32,4%. Ma il confronto con le regionali passate, confronto statisticamente più corretto, appare come un riferirsi “ad ere geologicamente” distanti, tanta è l'acqua che è passata sotto i ponti. Allora meglio riferirsi a competizioni elettorali più recenti ed utilizzare i dati assoluti.
E allora partiamo dai votanti: alle regionali di quest'anno i voti validi espressi sono stati 412.580, 100.000 in meno delle europee dell'anno scorso e 150.000 in meno nei confronti delle politiche 2008, ovvero nel giro di due anni 150.000 umbri che prima andavano a votare ed esprimevano un voto valido questa volta hanno deciso di rimanere a casa o, in parte assai marginale, astenersi o annullare la scheda. (tra il 2008 ed il 2010 le schede bianche e nulle sono cresciute solo di 1.000 unità, passando da 15.850 a 16.888). Questo significa che in Umbria un partito, di una consistenza elettorale pari all'attuale Partito Democratico, ha deciso, si badi bene nel giro di soli due anni, di non partecipare al voto e disertare le urne. A questo punto è interessante vedere come questi 150.000 umbri, che hanno deciso di voltare le spalle alla politica, si distribuiscano tra le varie forze politiche. Iniziamo dal centro destra. Il Popolo della Libertà nel giro di due anni perde 61.185 voti (50.000 rispetto alle europee dello scorso anno) ovvero circa il 40% dell'incremento del non voto, mentre la Lega Nord conosce un incremento di circa 8.500 voti (anche se arretra di meno di 1.000 voti rispetto alle europee dell'anno scorso), il che fa sì che il centro destra nel suo complesso tra politiche e regionali presenti un saldo negativo di 52.000 voti (50.000 rispetto alle europee 2009). In realtà il passivo sarebbe più ampio se si considera che nel 2008 era presente la Destra di Storace, ora organicamente alleata con Berlusconi, che raccolse 20.000 voti. In questo caso, considerando che alle provinciali 2009 la Destra ha ottenuto 9.500 voti e 5.000 Forza Nuova, il passivo complessivo del centro destra può essere stimato attorno ai 60.00 voti. Quindi grosso modo un quaranta per cento di quei 150.000 umbri che hanno deciso quest'anno di non partecipare al voto è elettorato riferibile al centro destra. In merito a questo dato va ricordato che (in Umbria è quasi una regola) in occasione di elezioni amministrative, anche se questa volta il risultato non era così scontato visto il dato delle europee, l'elettorato umbro di centro destra presenta un tasso di astensionismo decisamente più alto rispetto a competizioni elettorali politiche nazionali.
In passivo anche il bilancio dell'UDC che nella sua corsa solitaria alle regionali vede il proprio elettorato scendere rispetto al 2008 di 7.510 unità, ovvero il 5% del totale di coloro che “a questo giro” hanno deciso di starsene a casa.
In casa del ricostituito centro sinistra la perdita complessiva di voti 2008/2010 è più limitata e si aggira attorno alle 54.000 unità, però con comportamenti assai diversificati tra le diverse formazioni politiche che lo compongono. Il Partito Democratico perde nei confronti delle politiche 101.471 voti (25.000 rispetto alle europee), pari ai due terzi del decremento totale di votanti, scendendo in percentuale dal 44,4% al 36,17%. In altre parole la bellezza di 100.000 elettori umbri nel giro di due anni hanno voltato le spalle al Partito Democratico, decidendo di starsene a casa o votare un'altra formazione politica. A bilanciare questo saldo pesantemente negativo realizzato dal Partito Democratico sono le altre forze di centro sinistra che passano dai 46.837 voti raccolti nel 2008 a 93.871 nel 2010 (+47.034). In particolare: l'Italia dei Valori registra un incremento di quasi 17.500 voti, i socialisti di 7.184 voti, mentre le due formazioni di sinistra (SEL e Federazione) rispetto all'Arcobaleno del 2008 riconquistano 22.408 voti. Per completare il quadro va ricordato che nel 2008 circa 9.000 elettori votarono per altre formazioni della sinistra, 19.000 per liste minori (compresi quei voti di estrema destra non recuperati dal centro destra). Nel 2008 la distanza tra Partito Democratico e Popolo della libertà era di 55.974 voti, ora è scesa a 15.688, confermando una tendenza che alle europee 2009 aveva visto il sorpasso del PDL sul PD. E' evidente che qualcosa non funziona. D'altro canto il fatto che la coalizione nelle sue altre componenti regga ed incrementi consensi fa sì che la distanza tra centro sinistra e centro destra continui ad essere costantemente al di sopra dei 90.000. Questo può rassicurare nell'immediato ma a lungo andare questa perdita di consensi del Partito Democratico, solo parzialmente recuperata dalle altre forze di centro sinistra, può portare ad esiti catastrofici. Insomma partito avvisato, partito mezzo salvato.



Franco Calistri, su www.umbrialeft.it

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