giovedì 24 giugno 2010

Domani scioperiamo contro il governo, ma anche per sostenere la lotta di Pomigliano

L’esito del referendum di Pomigliano, con un'affluenza al voto del 95%, ha visto prevalere i “sì” sui “no” che hanno ottenuto il 36%. Il fronte del “sì”, dunque, ha vinto, ma non ha sfondato. Con buona pace di Sacconi e Marchionne, questo è l’unico dato inequivocabile che pesa oggi e nell’immediato futuro. Anche rispetto alla paura della perdita del posto di lavoro, anche rispetto a un vergognoso ricatto, i voti andati al “no” superano la stessa presenza di iscritti nello stabilimento alla Fiom Cgil, l’unico sindacato confederale che si è schierato contro l’accordo, ed indicano così la possibilità che la lotta per arrestare la macelleria sociale in atto continui e si generalizzi in tutto il Paese. È bene ricordare che la consultazione si è svolta in un clima caratterizzato da pesantissime interferenze e pressioni, tre giorni prima dello sciopero generale del 25 contro la manovra di Tremonti per inaugurare da subito il nuovo clima da caserma e per sancire l’asse di ferro tra Confindustria e governo. Ecco, Rifondazione comunista dell’Umbria venerdì 25 giugno sarà presente a Perugia e a Terni a sostegno dello sciopero generale della Cgil non solo contro la manovra del governo che scarica sui soliti noti i costi della crisi, ma anche per sostenere quanti hanno votato “no” all’accordo di Pomigliano. Contro il governo, contro Confindustria, contro l’arroganza e la prepotenza, pensiamo che occorra costruire una risposta collettiva che individui nello sciopero generale soltanto l’inizio delle mobilitazioni.


Luciano Della Vecchia, responsabile Lavoro PRC Umbria

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