mercoledì 2 giugno 2010

Il terrorismo di Stato della Grande Israele

Se ci fossimo trovati in altre acque internazionali, se non fossimostati di fronte alle coste di Gaza, se lo stato che ha assaltato deipacifisti non fosse Israele, il mondo intero sarebbe insorto, parlandodi atto di intollerabile pirateria, secondo le convenzioniinternazionali. Una nave di pacifisti è stata attaccata dalla marinaisraeliana in acque internazionali. Ci sono stati almeno dieci morti,le navi dei pacifisti sono state costrette a dirigersi verso Ashdod,gli attivisti a bordo delle navi arrestati. La stampa internazionalenon ha altre informazioni se non che di fonte israeliana e questorende la ricostruzione degli eventi, comprensibilmente, molto falsata.L’Onu si dice scioccato, l’Europa chiede un’inchiesta (un’inchiesta?).La Casa Bianca ha espresso “profondo rincrescimento”. La Lega Araba èriunita. Nel mondo tante le manifestazioni. Anche in Israele. AGerusalemme la sinistra israeliana ha portato in piazza circa duecentopersone a manifestare con lo slogan "La democrazia non si costruiscesui cadaveri degli attivisti”. Un piccolo segnale. Piccolo, ma moltosignificativo. Per la stampa israeliana di regime sono stati gliisraeliani a venir attaccati dai pacifisti della Freedom Flotilla (ciracconteranno la favola della legittima difesa? Forse Il lupo el’agnello sarebbe più appropriata).Gaza è stretta ormai da anni nel blocco in cui il governo israelianol’ha chiusa, sigillando le sue frontiere, dopo la vittoria di Hamasnel 2007. Anni di una vita sigillata, in cui la popolazione ècostretta a veder negato ogni diritto, dove anche i generi necessarimancano, dove ormai, dopo la tragica operazione bellica che Israelechiamò Piombo fuso, che cercando ipotetiche postazioni di Hamas, fece1.380 morti in gran parte civili, in gran parte bambini (una modernastrage degli innocenti), anche i pochi ospedali rimasti in piedimancano delle più elementari medicazioni, dove se ci si ammalagravemente si può solo chiedere il “permesso” di uscire da Gaza perpotersi curare, un permesso che può arrivare anche dopo mesi, quandoarriva. Questa è la situazione che quotidianamente vive la popolazionedi Gaza. E per questo la Freedom Flotilla, sotto gli occhi di tutto ilmondo e non certo con un attacco a sorpresa, voleva spezzare il bloccoe portare generi di prima necessità alla popolazione di Gaza.Un’operazione umanitaria. Ma per Israele non esiste l’umanità separliamo del popolo palestinese. Non esiste umanità per un’interapopolazione accusata in massa di terrorismo. Non esistono malati, nonesistono bambini, non esiste nulla.«Volete la Grande Israele? Non c'è problema: basta abbandonare lademocrazia. Creiamo nel nostro paese un efficiente sistema diseparazione razziale, con campi di prigionia e villaggi di detenzione.Il ghetto di Qalqilya e il gulag di Jenin. (…). Volete la democrazia?Non c'è problema: o abbandonate la Grande Israele fino all'ultimoinsediamento e avamposto oppure date pieno diritto di cittadinanza edi voto a tutti, arabi compresi. Naturalmente il risultato sarà chequelli che non volevano uno Stato palestinese accanto al nostro neavranno uno proprio in mezzo a noi, attraverso le urne. Ecco quel chedovrebbe dire il primo ministro al suo popolo. Dovrebbe presentare lealternative in modo chiaro: razzismo ebraico o democrazia;insediamenti o speranza per entrambi i popoli; false visioni di filospinato, blocchi stradali e terroristi kamikaze, o un confineinternazionalmente riconosciuto fra due Stati e una capitale in comunea Gerusalemme». Questo è un brano di un articolo uscito anni fa suYediot Aharonot a firma di Avraham Burg. Avraham Burg è stato deputatolaburista e presidente del Parlamento israeliano, presidentedell'Agenzia ebraica e del Movimento sionista mondiale, vicepresidentedel Congresso ebraico mondiale e tra i fondatori poi di Peace Now. Unuomo quindi ben informato dei fatti della politica israeliana. Unuomo, un israeliano, che un giorno ha capito che la strada per la pacein Israele, passava per il riconoscimento di uno stato di Palestina edei diritti inviolabili del suo popolo. Ma sembra che invece ilgoverno israeliano sia sempre più lontano dal percorrere la stradadella pace, e quelle parole scritte anni fa sono ancora oggi,purtroppo, di grande attualità.

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