venerdì 13 agosto 2010

DOPPIA RECESSIONE

L'economia del mondo capitalista non è, come si vuol far credere, in una fase di ripresa, ma si trova in un pantano che genera nuovi elementi di crisi. Negli Stati uniti si parlava di doppia recessione da almeno un mese. Ora la banca federale (Fed) conferma che il sistema è in stallo, rendendo attuale una nuova recessione. Lo stesso dicasi per la Gran Bretagna. Un ulteriore elemento negativo proviene dalla Cina, nella forma di un forte aumento del surplus con l'estero. Pechino continua dunque a detrarre dalla domanda mondiale malgrado importi massicciamente dal Giappone, dalla Corea e dalla Germania.Per l'Europa, dove con la caduta della produzione industriale a giugno la ripresa francese sta scemando, lo stallo americano è un fatto molto grave. L'Ue non può contare sulla crescita cinese perché, a conti fatti, la Cina importa per aumentare la sua competitività estera e quindi la sua capacità di catturare domanda mondiale. Al suo interno l'Europa non ha niente su cui poggiare, avendo spento le fonti attive di domanda. I redditi dei salariati e dei pensionati sono in calo, l'occupazione si frammenta in sottoccupazione comprimendo ulteriormente il salario, la spesa pubblica è in crisi, non per il debito, ma per le politiche di decurtazione delle spese volute da Merkel e veicolate dalle istituzioni europee.E le imprese? Quelle che vanno bene incamerano profitti senza investire ed assumere, quelle in crisi non possono che aggravare la situazione. In tale contesto l'Europa si trova di fronte al riemergere, questa volta simultaneamente, della crisi finanziaria e reale. Da ambo i lati dell'Atlantico si è cercato di coprire le tare delle banche. A Washington hanno escogitato le aste truccate di prodotti tossici, mentre Francoforte ha cercato di spazzarli sotto il tappeto, vedi gli imbrogli tedeschi sugli stress test. In entrambi i casi si presupponeva che la ripresa reale avrebbe alla fine portato a dei profitti finanziari effettivi, mentre le tare sarebbero state corrette con l'introduzione di nuove regole e norme. È evidente che tutto ciò è pura aria fritta. L'allontanamento dell'uscita dal tunnel implica l'allungamento del medesimo, poiché marciume finanziario e crisi della domanda si stanno cumulando.La crisi si manifestò tre anni fa. Da allora nessuna dirigenza dei maggiori paesi capitalistici si è mostrata capace di affrontarla alle radici. Hanno regalato soldi alle banche e - negli Usa ed in Australia - poco più. In Italia assolutamente nulla. Questa classe dirigente ha perso legittimità morale e politica.
di Joseph Halevi, Il Manifesto 12.08.2010

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