sabato 23 ottobre 2010

I GIORNI DELLE BARRICATE


La popolazione di Terzigno e dei comuni del Vesuviano è in rivolta, sostenuta dai suoi sindaci e dai consigli comunali. Dopo le mancate promesse di "bengodi" di Berlusconi, la spazzatura arriva prepotentemente sui camion verso una discarica nel Parco naturale del vulcano partenopeo. Il governo bolla la gente come "anarcoinsurrezionalisti" e manda contro loro addirittura i blindati.


Terzigno, Boscoreale, Boscotrecase, Ottaviano, ed ancora S. Giuseppe, tutto il territorio intorno al Vesuvio è interamente isolato. All'ingresso di Terzigno si fronteggiano agenti e cittadini, i secondi chiusi in un gazebo che blocca l'ingresso a mo' di barricata. E così per arrivare fin sù, alla discarica, occorre destreggiarsi su improbabili stradine secondarie tra alberi divelti e cumuli. Di rifiuti. I presìdi di cittadini sono ovunque. Come carabinieri, poliziotti, finanzieri. Sono arrivati più di 800 - dicono dal gazebo - e ne arriveranno altri, dopo le parole di Berlusconi. Nessuna tregua, neppure dopo l'ultima notte di scontri, di vera Intifada «con tanto di feriti, di cui - denunciano le mamme vesuviane - nessuno parla». «Hanno già isolato la zona, e tra un po' militarizzeranno tutto», avverte Enzo del movimento di difesa del territorio. E la conferma proviene dai blindati che spuntano dai vicoli, dalle ruspe, dalle decine di agenti schierati in tenuta antisommossa, dagli elicotteri che volteggiano in aria, bassi, che coprono con un rumore sordo ed inquietante le urla e le proteste degli abitanti. Ora i cittadini si riuniscono in sit-in improvvisati, e sono i ragazzi, moderni Masaniello, a bordo di grossi scooter a fare da spola tra un presidio e l'altro, per portare informazioni, per dare notizie su quel che accade altrove. Anche per decidere il da farsi. Le ultime dichiarazioni del premier tengono banco. «Lo scriva, lo scriva - sollecita la signora Anna - qui abbiamo votato tutti per lui. Ma non vediamo l'ora di andare a Roma a strappargli in faccia le tessere». Il primo a farlo, ieri in tarda serata, è stato proprio il sindaco Domenico Auricchio. «L'80% di Terzigno ha votato Centrodestra - dichiara candido - ora non sarà più così: costituiremo una lista del Popolo», urla dal primo pulpito improvvisato per la strada.C'è anche chi, il sindaco, non lo ama in particolar modo. «Pdl, Pd, destra, sinistra, qui si sono comportati tutti allo stesso modo. Hanno preso i soldi e sono scappati, altro che politica», sollecita Antonio. Ma è a Berlusconi che tutti vogliono dire qualcosa. Lo fa, a suo modo, Angelo: «La prego - spiega in un bell'accento partenopeo - mandi a dire a Berlusconi attraverso il suo giornale che per il prossimo compleanno noi non vediamo l'ora di fargli un bel regalo: con quei 14 milioni che ci ha promesso gli regaleremo un bel mazzo gigantesco di fiori... crisantemi possibilmente...». E Gianna, una giovane ragazza che studia all'Università, continua: «Li vogliamo dare anche alla Prestigiacomo e a Carfagna e a Bertolaso pure...». Dicono anche che il Super Commissario Bertolaso, ieri, abbia sorvolato in elicottero la zona, senza mai scendere, «chissà perché...» commenta sorniona la signora Assunta. Ha appena finito di parlare con il suo nipotino al cellulare: «Sa che mi ha detto mio nipote?» racconta, «"Nonna nonna - ha urlato - ma stai facendo la guerra?"». Ed io gli ho risposto: "Alfrè non ti preoccupare, va tutto bene, ma sì, tua nonna sta facendo la guerra"». Qui, d'altronde, l'unica richiesta fatta ai tanti media che assediano soprattutto la rotonda Panoramica da cui si sono susseguite nel corso di questi giorni le cariche e gli scontri è «che si dica la verità: noi - ripetono in tanti, uomini ma soprattutto donne, a telecamere e tv nazionali e non - non siamo camorristi». «Se lo fossimo - dice subito un'altra mamma - secondo lei avremmo questa puzza qui tutte le sere? Ma qui la camorra ci avrebbe costruito il paradiso, glielo dico io». Enzo, del movimento di difesa del territorio, spiega: «Tutti si concentrano su Terzigno e su Cava Vitiello ma sul Vesuvio ci sono ben 8 discariche, tutte illegali, dove si sversa tranquillamente e nessuno lo dice». La denuncia non cade nel vuoto. Così come la protesta che non si è mai fermata. E' quasi al tramonto, mentre si attende l'arrivo dell'ennesima colonna di autocompattatori. lontano una colonna di fumo fa intuire che qualcuno di questi ultimi ha preso già fuoco. E scrosciano gli applausi. A dare la loro solidarietà con tanto di bandiere bianche su cui inneggia un bel "no alla discarica" sono arrivati i cittadini di Chiaiano. E persino il popolo viola con un tam tam in Rete. Così, informa ancora Enzo, i No tav della Val di Susa hanno organizzato un presidio estemporaneo per «essere vicini alla lotta del popolo del Vesuvio». E, a sorpresa, subito circondato da decine di ragazzi si intravede anche Alex Zanotelli. «Il decreto attuato per queste zone - commenta ad alta voce - è assolutamente criminale. Con quello si legittimano 12 megadiscariche e 4 inceneritori nel parco del Vesuvio. Questo è il mio pensiero, spiega, e io sono qui proprio perché questi cittadini stanno difendendo non solo il loro territorio, ma la loro stessa vita». «Noi - aggiunge ancora qualcuno - non cederemo. Ci vogliono uccidere? - conclude - Non importa; tanto qui, se continua così, siamo già morti... ma, per piacere, dica a tutti, la prego, che qui nessuno è camorrista». Arriva la notte e scoppia la prima bomba. Una molotov?
di Castalda Musacchio, Liberazione

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