venerdì 22 ottobre 2010

Le primarie non bastano

Intervista a Claudio Grassi: il Prc chiede «unità sui contenuti»



Claudio Grassi, lei è il numero due del Prc. Il suo partito propone di proseguire il percorso del 16 ottobre, la manifestazione Fiom a cui era presente tutta la sinistra politica e quella 'sociale'. Ma perché a Nichi Vendola, candidato alle primarie, dovrebbe interessare chiudersi nel 'ghetto' della sinistra?
Dal 16 ottobre emerge un paese che reagisce alle ingiustizie crescenti. È un pezzo di popolo rilevante che cerca una sponda politica, come ha detto il segretario della Fiom Maurizio Landini dal palco. È il popolo che ha firmato i rederendum dell'acqua, quello del no a Pomigliano e alla legge Gelmini.
Invece Sinistra ecologia e libertà dice che serve una sinistra fuori dalla querelle moderata-radicale.
È una semplificazione, una scorciatoia. Serve invece ricostruire una sinistra d'alternativa. O ricostruiamo un'unità dopo vent'anni di frantumazione, o il nostro destino è segnato.
Quello del Prc?
Quello di tutta la sinistra che voglia definirsi così. A fine novembre avremo un congresso in cui costruiremo un nuovo soggetto politico, la Federazione della sinistra, che mette assieme forze che già da tempo si sono ritrovate assieme in battaglie comuni. E con l'ambizione di costruire un soggetto più ampio. Io, poi, penso che in questa occasione debbano unirsi i due partiti comunisti, noi e il Pdci, perché non ha alcun senso che restino divisi.
Nel Prc non tutti la pensano così. Perché non l'avete già fatto?
Ormai sta nelle cose. Ma per dividere basta un momento, per riunire ci vuole molto di più. Purtroppo sono vent'anni che ci dividiamo. Oggi la Federazione sta cercando di far girare la ruota all'incontrario.
Vendola però dice che non farà ai suoi concorrenti alle primarie il regalo di fare il leader della sinistra radicale.
È una proposta debole. La ricostruzione della sinistra non può essere legata al fatto che in Italia si facciano o no le primarie, o se c'è un leader con capacità mediatiche. Una bella immagine non basta, Zapatero lo insegna. La nostra proposta è più concreta e realistica. Anche se quella di Nichi oggi sembra più attrattiva.
Se Vendola vi imbarcasse, rischierebbe di far scappare l'elettorato e i potenziali alleati che non vogliono sentire parlare di comunisti.
Ma ci saranno le elezioni? Non lo sappiamo. E le primarie? Non sappiamo neanche questo. È tutto un percorso incerto. E che comunque non affronta la crisi della sinistra. Non basta un leader, serve un progetto in grado di dare una risposta alla crisi. I governi socialisti di Spagna e Grecia non fanno scelte molto diverse da quelli di centrodestra di Germania e Francia. Naturalmente io mi auguro le elezioni al più presto. E se ci saranno le primarie, non ho dubbi che Nichi Vendola, che è il candidato con il programma più vicino, sarà sostenuto da tutte le forze della sinistra.
Il suo segretario, Ferrero, non è sempre tenero verso Vendola. Anche sulle primarie, non dà per scontato il voto del Prc.
Per esperienza lunga sulle scissioni, purtroppo, conosco le dinamiche del dopo. Anche quelli di Sel non sono proprio gentili verso di noi. E a parte le battute, alle ultime regionali è stata Sel a optare per certi candidati insostenibili voluti dal Pd. In Lombardia e in Campania, per esempio.
Appunto. Fra Prc e Sel c'è una differenza netta sull'alleanza: voi darete l'appoggio esterno al governo, Sel ci entrerà.
Ma sui contenuti la differenza sparisce. Ai cancelli di Pomigliano, a sostenere il no all'accordo di Marchionne, ci siamo trovati insieme. Così ai banchetti della raccolta firme sul referendum dell'acqua. E il 16 ottobre in piazza. In tutte queste occasioni il Pd non c'era. Anzi, era dalla parte opposta. Per questo sostengo che l'unità sui contenuti si può costruire. Certo, oggi il progetto di Sel e quello della Federazione sono diversi. Vendola pensa di poter prendere la leadership della sinistra con le primarie. Per noi è velleitario. Crediamo a una modalità graduale, e più solida e giusta. Fra l'altro, per noi è sbagliato chiudere, a parole, la stagione delle due sinistre: il fatto che il Pd su cose decisive stia dall'altra parte vuol dire almeno che ci sono due opposizioni diverse, una moderata e una di alternativa. Bisogna scegliere da che parte stare.
di Daniela Preziosi su Il Manifesto


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