martedì 4 gennaio 2011

Vinti (Prc): “Costruiamo una sinistra unita in Umbria”

CONTRO IL GOLPE
DI MARCHIONNE E BONANNI,
CONTRO I RICATTI
E PER I DIRITTI DEI LAVORATORI


Tutti i soggetti che hanno contribuito alla straordinaria riuscita della manifestazione dello scorso 16 ottobre devono oggi ritrovare uno spirito unitario ancora più forte per sostenere la mobilitazione della Fiom del prossimo 28 gennaio a difesa del contratto collettivo nazionale di lavoro, della libertà di organizzazione sindacale nei luoghi di lavoro, dei diritti e della rappresentanza dei lavoratori.
Per questo Rifondazione comunista dell’Umbria avanza la proposta di un
coordinamento della sinistra umbra per realizzare un sostegno attivo allo sciopero dei metalmeccanici il 28 gennaio e per costruire un luogo di confronto in cui elaborare strumenti a supporto della proposta di Piano regionale per il lavoro lanciata dalla Cgil umbra e sostenuta dalla Federazione della Sinistra, necessaria per rilanciare lo sviluppo e far uscire l’Umbria dagli effetti devastanti della crisi sul piano economico e produttivo.
In Umbria è, infatti, aperta una drammatica questione sociale. Gli indicatori economici lo confermano: nel 2010 il Pil procapite in Umbria è cresciuto dello 0,9%, rispetto all’1,2 della media nazionale, mentre per il 2011 non si prevede nulla di buono, un più 0.9% rispetto all’1,3 della media nazionale. A questi numeri dobbiamo aggiungere i dati relativi alla cassa integrazione, con circa 10mila lavoratori in cassa integrazione a zero ore di cui 2/3 interessati alla cassa integrazione in deroga e una tendenza di aumento della cassa integrazione in Umbria nel periodo gennaio-novembre 2010 superiore al 100%, rispetto ad un media nazionale del 35%. Cifre che danno il senso delle difficoltà dell’apparato produttivo regionale e che pesano sul bilancio di tante famiglie che già partivano da condizioni più svantaggiate rispetto alle aree più ricche del paese, se è vero che da lungo tempo le retribuzioni degli umbri sono del 10% inferiori a quelle della media dei lavoratori del Centro-Nord.
Le vicende della Basell e del polo chimico ternano e di due importanti aziende della provincia di Perugia come la Piselli e la Merloni testimoniano della gravità della situazione prodottasi con lo scoppio della bolla finanziaria dei derivati sul mercato americano ed europeo, una crisi che – ormai è chiaro – difficilmente riusciremo a lasciarci alle spalle in tempi brevi, nonostante la propaganda del governo Berlusconi.
Alla perdita dei posti di lavoro, alla precarietà dilagante, alle difficoltà di molte realtà produttive che rischiano di produrre ulteriore disoccupazione si aggiunge ora l’attacco ai diritti e al contratto nazionale di lavoro. Le forzature di Marchionne a Pomigliano e adesso a Mirafiori puntano a introdurre un modello che cancella la libertà dei lavoratori di potersi organizzare in sindacato e di contrattare la propria condizione lavorativa, con tutto ciò che ne consegue in termini di diritti e tutele. Un obiettivo perseguito contro il maggiore sindacato dei metalmeccanici e con il ricatto di cancellare gli investimenti se non vengono accettate le deroghe alla contrattazione imposte dall’azienda.
Si tratta di un attacco intollerabile, che avrà ricadute per tutti gli altri comparti e per tutti i lavoratori e che in Umbria avrà ripercussioni sul considerevole numero di piccole aziende metal meccaniche che appartengono all’indotto Fiat. Per questi motivi e per rilanciare una grande mobilitazione a sostegno del Piano regionale per il lavoro e dello sciopero dei metalmeccanici del 28 gennaio Rifondazione comunista chiede a
Italia dei Valori, Sinistra e Libertà, Pdci, alla Federazione della Sinistra (un bacino di forze che alle ultime elezioni regionali ha conseguito consensi che si aggirano attorno al 20% ), a Sinistra critica, al mondo del volontariato, dell’associazionismo, della cultura, ai ricercatori e agli studenti in lotta contro la riforma Gelmini di dare vita ad un coordinamento della sinistra umbra, che sia in grado di rimettere al centro dell’agenda politica la drammatica questione sociale aperta nel paese e in Umbria.
Stefano Vinti, segretario regionale Prc Umbria

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