lunedì 28 febbraio 2011

Sempre proni al potere

Alla Chiesa non interessa il privato del premier”. E perché quello degli italiani sì? Monsignor Negri spiega alla Stampa che il problema non è quello che fa Silvio in casa sua. Ma anche aborto, divorzio e fecondazione assistita sono scelte personali, no?

Da sempre, alla Chiesa interessa cio’ che un governante fa per il bene comune; sui comportamenti personali il giudizio spetta solo a Dio”. E’ quanto sostiene il vescovo di San Marino e Montefeltro Luigi Negri, componente della Cei e presidente della fondazione per il magistero sociale della Chiesa, che nell’intervista pubblicata dalla Stampa, a proposito del premier Silvio Berlusconi e del caso Ruby, spiega: “Se esistono reati, tocca alla legge stabilirlo; e’ inammissibile condannare a priori. Un politico e’ piu’ o meno apprezzabile moralmente in base a quanto si impegna a vantaggio del bene comune, cioe’ di un popolo che viva bene e di una Chiesa che operi in piena liberta’”.
L’ODIO VERSO L’AVVERSARIO – Per il vescovo Negri, “non e’ edificante sentir evocare anche in ambienti cattolici l’indignazione, il disprezzo, l’odio verso l’avversario politico. A far male alla societa’ – ammonisce – sono i Dico, la legislazione laicista, la moralita’ teorizzata e praticata da quanti ci inondano di chiacchiere sulla rilevanza pubblica di taluni comportamenti privati”. Quanto al capo del governo, “sul piano della condotta individuale, indirizziamo a Berlusconi le stesse raccomandazioni rivolte a chiunque altro”. Sottolinea quindi il vescovo di San Marino, considerato vicino al movimento di Comunione e Liberazione: “Le incoerenze etiche di un governante non distruggono il benessere e la liberta’ del popolo”, mentre “gli attacchi alla famiglia e alla sacralita’ della vita devastano la vita sociale”.

Ecco allora che “le priorita’ sono la salvaguardia della vita dal concepimento alla fine naturale e della famiglia eterosessuale, la possibilita’ per la Chiesa di svolgere l’azione formativa e culturale tra la gente”.
E LE CONTRADDIZIONI – Insomma, il vescovo ci spiega che quello che fa in privato Berlusconi sono affari suoi, basta che in pubblico dia dimostrazione di fedeltà a scelte e indicazioni della Chiesa. Una posizione quantomeno originale, che potrebbe essere anche essere utilizzata da preti pedofili ma sempre puntuali ai loro doveri come l’omelia domenicale. Ma più che altro è curioso che Negri consideri “privato” i festini in villa, e però consideri invece “pubblico” l’aborto, il divorzio, la fecondazione assistita: anch’esse, ad occhio, sembrano più che altro scelte private. Sulle quali però la Chiesa rivendica il diritto di dire la propria. Non è questa una contraddizione?

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