lunedì 25 luglio 2011

La furia anticasta e la democrazia

Siamo davvero sicuri che questa furia antiCasta sia davvero finalizzata per chiedere un nuovo sistema democratico, piu' vicino alla gente, piu' "giusto" ?

Sia chiaro, esistono abusi indifendibili e osceni nella gestione delle risorse che lo stato mette a disposizione di deputati, senatori, consiglieri regionali e rappresentanti nelle pubbliche amministrazioni. Tutto cio' deve finire e deve finire ora.

Permettemi pero' di ammettere un certo disagio quando sento parlare di "costo della politica", lo stesso disagio che sento quando si chiede una diminuzione del "costo del lavoro".

Vengo da una generazione che ha promulgato un sacco di stupidaggini, ma almeno una cosa corretta l'abbiamo fissata: tutto e' politica.

Comprare un prodotto piuttosto che un'altro e' politica, scegliere un indirizzo scolastico e' politica, anche la scelta del luogo delle ferie ha conseguenze politiche.

La Democrazia e' politica.

Il costo della politica e' il costo della democrazia.

Si puo' dare un "costo" alla democrazia, alla libera partecipazione delle scelte, alla libertà ?

Personalmente non mi stupisce e nemmeno mi scandalizza sapere che un deputato "guadagna" 20.000 euro al mese, che gode di viaggi gratis, di tariffe telefoniche agevolate, di computer gratis.

Non mi scandalizza neppure nella mia attuale condizione di "cittadino in cerca di occupazione".

Se un deputato usa quel denaro per fare bene il suo lavoro, se mi rappresenta battendosi senza riserve in nome degli ideali che ci uniscono nella stessa formazione politica, se usa quei viaggi gratis per essere oggi a Lampedusa per controllare la dignità dei profughi e domani davanti ad una fabbrica presidiata dai lavoratori....la cosa non mi scandalizza.

Altro e', ovviamente, usare quel denaro per frequentare salotti, pagare cene per garantirsi la rielezione, favorire amici e parenti.

Allora e' il "costo" che e' cattivo o è cattivo chi usa quel denaro malamente e per propri interessi ?

E' esattamente questo che il popolo della sinistra, oggi molto attivo nel riempire i social network di appelli e messaggi indignati, dovrebbe capire.

L'antipolitica della destra e' fenomeno vecchio e sempre strisciante, oggi pero' assume una forza senza precedenti e il "berlusconismo" antistato, liberista ma autoritario, quello dell'"uomo solo al comando" senza i lacci e lacciuoli parlamentari e' solo una parte del problema.

Negli Stati Uniti il fenomeno antiStato e' maturato al punto di uscire dalle fattorie del Montana e dalle sue milizie "libertarians" (armate) per arrivare al movimento dei TEA PARTY, un vero e proprio uragano ultraliberista (o anarco-capitalista) che considera lo Stato un orpello oppressore di stampo socialista.

Il progetto antiStato nasce in Italia con il sistema elettorale maggioritario studiato per tagliare le ali piu' estreme, ma anche piu' alternative del sistema politico. Uniformare il panorama ideologico con due soli fronti contrapposti ma accomunati dal ruolo subalterno al pensiero unico liberista.

Il passo successivo e' uniformare il ceto politico: sono tutti uguali, tutti ladri, fannulloni, fanno solo il loro interesse. Meglio dunque meno "casta" , meno lacci e decisioni prese con uno stampo "aziendalista"...per il bene del paese e del mercato.

Meno stato e piu' mercato, ecco il vecchio slogan che torna.

Ecco fiorire i Tea Party de noartri. Da Grillo, estremista liberale, passando dal finto umanesimo ciellino (antico sostenitore di questo concetto), per arrivare al leghismo populista. Il manovratore pero' e' lo stesso: il sistema liberista economico e finanziario che non ammette ostacoli sulla sua strada.

E' la sinistra ? La sinistra, anche quella piu' estrema, cavalca l'onda, o meglio, e' l'onda che trasporta la protesta senza rendersi conto che se non si differenzia sarà solo un onda che si infrangera', depositando delicatamente i veri antiStato sulla spiaggia di riforme antidemocratiche.

Differenziarsi dunque.

La Sinistra, ora a tutti gli effetti (e fa' ridere dirlo..) extraparlamentare, deve cogliere questa occasione per guidare la protesta in senso totalmente opposto alla destra.

Affermare la giustezza nell'auspicare maggiore trasparenza e limiti agli abusi della politica, ma allo stesso tempo indicare nuove e piu' potenti forme di partecipazione democratica di tutti i cittadini.

Vi siete mai chiesti quanti operai, piccoli artigiani o disoccupati ci sono in parlamento ?

Dobbiamo rilanciare lo strumento democratico in senso socialista, dimostrando che la partecipazione democratica si puo' e si deve attuare in modo universale, indipendentemente dallo stato economico.

Tutti i livelli dell'amministrazione pubblica devono essere coinvolti: stato, regioni, comuni, aziende pubbliche. (le provincie no...quelle devono sparire).

Non lasciamoci guidare dalla protesta, non ci portera' lontano.


http://gismondi.posterous.com

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