mercoledì 14 settembre 2011

Un giorno in piazza. Ecco la manovra alternativa


18 SETTEMBRE

Domenica 18 settembre la Federazione della Sinistra sarà in tutte le piazze italiane con i tradizionali, vecchi, semplici e comunicativi banchetti, con volantini e con una raccolta di firme. Sarà la giornata clou di una campagna già iniziata per proporre la vera alternativa a una manovra - o alle manovre, fate voi - da lacrime e sangue che non ci farà uscire dalla crisi. Per la Federazione la soluzione c'è, come si va ripetendo da mesi, e parte da una analisi non solo contabile della realtà per arrivare a redistribuire il reddito verso le fasce sociali più deboli e vulnerabili, quelle su cui non casualmente si accanisce il governo su mandato della Bce.
Il punto di partenza è una valutazione schematica della manovra stessa che, lungi dall'arginare i processi speculativi, impoverisce il paese e demolisce la democrazia. Si va infatti, sulla base di nessuna giustificazione di merito, ad attaccare lo Statuto dei lavoratori, attraverso l'art. 8 che di fatto distrugge l'art. 18 dello Statuto, permettendo che gli accordi aziendali deroghino tanto al contratto nazionale che alle leggi, e favorisce i licenziamenti. Si cerca poi di privatizzare i servizi pubblici, con buona pace del risultato referendario di giugno; si aumenta l'Iva, colpendo soprattutto i redditi più bassi; si attaccano la scuola pubblica e gli enti locali; si tagliano servizi sociali essenziali e si va a colpire le donne aumentando l'età pensionabile. Fino ad arrivare ad un vero golpe finanziario istituzionale cercando di modificare la Costituzione per inserirvi l'obbligo del pareggio di bilancio, un vero e proprio atto di imperio delle politiche neoliberiste, le stesse che hanno determinato crisi e speculazione.
Il 18 la FdS sarà nelle piazze per spingere verso una indignazione popolare sapendo che una alternativa alla manovra c'è e si riassume in due parole: «Patrimoniale subito». Per molti è ancora tabù, ma basta guardare ai dati reali per capirne l'importanza: l'1% della popolazione italiana detiene oggi la stessa percentuale di ricchezza che è ripartita fra quel 60% di uomini e donne che deve continuamente tirare la cinghia. E se la manovra, questa come quelle partorite in passato, ha sempre garantito gli interessi di quel 10% di famiglie abbienti, è possibile ottenere da una proposta realmente alternativa una cifra ben maggiore di quella ottenuta con i nuovi provvedimenti, garantendo anche un futuro alle nuove generazioni.
La petizione sulla quale già si stanno raccogliendo le firme e che sta già diventando strumento per discutere di questi temi con le persone in carne e ossa, si basa su punti semplici ed essenziali. Intanto una tassa sui grandi patrimoni al di sopra del milione di euro. Applicandola con percentuali risibili entrerebbero già miliardi di euro in tempi immediati. Una lotta all'evasione fiscale anche con una sovrattassa sui capitali che hanno usufruito dello scudo fiscale, perché suona osceno che chi si è sottratto al fisco possa continuare a muovere finanze con una tassazione ridicola. Ovviamente, in un quadro di redistribuzione, vanno dimezzati tanto gli stipendi delle caste quanto le spese militari, chiudendo immediatamente le missioni di guerra in Afghanistan e in Libia; va posto un tetto agli stipendi dei manager, va imposto alle aziende che delocalizzano la restituzione dei finanziamenti pubblici, vanno bloccate le grandi opere inutili come la Tav in Val di Susa, il Ponte sullo Stretto, utilizzando quelle risorse per un grande piano di risparmio energetico, lo sviluppo delle fonti rinnovabili, il riassetto idrogeologico del territorio.
Sarà insomma una giornata in cui la FdS romperà materialmente l'isolamento massmediatico con una proposta su cui chiamare tutti e tutte a discutere e a mobilitarsi in vista di un autunno ormai già denso di scadenze e sarà anche un giorno in cui l'intera Federazione dovrà farsi sentire sui territori, far sventolare le proprie bandiere, aprirsi sulla base di contenuti che la caratterizzano come soggetto di alternativa.
Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione, parla della giornata prendendo spunto dalla lettura di un editoriale di Mucchetti sul Corriere della Sera, in cui si afferma che non ci sarà mai ripresa senza riequilibrio della distribuzione delle risorse. «Contro la crisi ci vuole giustizia sociale - afferma Rossi - Bisogna partire da questo assunto, da chi deve garantire il welfare e la riconversione ecologica dell'economia. Affrontare la crisi insomma, senza però dimenticare di affrontare le ragioni strutturali che l'hanno determinata». Dello stesso avviso Paolo Ferrero, segretario del Prc: «Una campagna che facciamo perché la patrimoniale parla di eguaglianza in un contesto in cui prevale invece la diseguaglianza sociale - sintetizza - Il linguaggio della patrimoniale permette anche di comprendere e di spiegare ragioni e attori della speculazione finanziaria». 

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