lunedì 3 ottobre 2011

Il nostro impegno per la manifestazione del 15 ottobre

La manifestazione del 15 ottobre prossimo a Roma segna l'inizio di un fondamentale percorso di lotte sociali e politiche a carattere continentale. Una manifestazione europea, convocata dagli indignados spagnoli, che finalmente esce dai confini nazionali per indicare un'alternativa al massacro sociale in atto in tutta Europa e determinato dalla fase di ristrutturazione internazionale del neoliberismo finanziario e speculativo.
Lo spettro di un debito pubblico accumulatosi in maniera del tutto illecita e che la BCE, le banche e i Governi centrali agitano per giustificare la prosecuzione avida e ostinata di privatizzazioni, compressione dei diritti dei lavoratori, tagli e svendita del patrimonio pubblico a tutto vantaggio della speculazione, è in realtà una montatura che va smascherata senza indugi. Il popolo quel debito non lo ha mai contratto, non lo deve a nessuno. Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale sono invece i mandanti veri delle manovre economiche antipopolari e antidemocratiche promosse dai governanti europei. Ai popoli d'Europa spetterebbe dunque il peso di pagare una crisi economica e sociale generata dalla speculazione finanziaria neoliberista. Su questo quadro il nostro governo si è caratterizzato per essere il più classista d'Europa attraverso tagli drammatici agli Enti locali e ai servizi pubblici in barba all'esito referendario di giugno, attraverso nuove privatizzazioni, attraverso la manomissione dello Statuto dei Lavoratori. Il governo italiano niente ha fatto e niente farà contro l'evasione fiscale, contro i privilegi di parlamentari e autorità ecclesiastiche, contro gli immensi patrimoni parassitari accumulatisi grazie alla speculazione.
Nello stesso tempo pensiamo che però in Europa stia crescendo la consapevolezza dell'ingiustizia e dell'inadeguatezza del sistema, dagli indignados spagnoli, ai lavoratori greci che hanno messo in atto forme di protesta non meno estreme delle condizioni in cui il Governo vorrebbe costringerli, alle rivolte del movimento studentesco a Londra. In Italia si tratta di dar seguito alle rivendicazioni espresse dalla Val Susa a Pomigliano, dai tetti occupati nelle facoltà Italiane a Mirafiori, dalla battaglie delle donne a quella dei migranti di Nardò.
Esattamente come nella nostra regione la riuscita dello sciopero generale della Cgil, la ripresa delle mobilitazioni a difesa della scuola pubblica e di stato, le lotte degli studenti, le tante vertenze industriali in corso indicano chiaramente la possibilità della ripresa della conflittualità sociale.
Per questo crediamo che le forze democratiche e progressiste della nostra regione possano dare un forte contributo alla mobilitazione che si svolgerà a Roma il 15 ottobre in contemporanea con le principali capitali dell’area Euromediterranea. Costruiamo insieme la partecipazione più larga alla manifestazione.
Noi lo stiamo facendo anche con la nostra iniziativa di raccolte firma per l'introduzione della patrimoniale portando nelle piazze e nei luoghi di lavoro gli obietivi della mobilitazione del 15 ottobre. Questo è il nostro impegno, questa è la nostra proposta per intrecciare le lotte per i diritti, il lavoro, la giustizia sociale, i beni comuni, la democrazia. Per l'alternativa.


Enrico Flamini, Segretario Provinciale Prc-FdS Perugia

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