sabato 10 dicembre 2011

L'ordine di Berlino regna in Europa di Paolo Ferrero

Il vertice europeo si è concluso con la piena vittoria della Cancelliera Merkel. Nella nottata di venerdì è stato deciso un vero e proprio Colpo di Stato Monetario e così l'ordine di Berlino regna in Europa! Non ci sono termini abbastanza forti per descrivere l'impasto di ideologismo neoliberista, di egoismo pantedesco e di vera e propria stupidaggine che informano quanto deciso in sede europea. Come dopo la crisi del 1929, la follia torna a prevalere nelle classi dominanti del vecchio continente e la stagione nata dopo la guerra antifascista viene rovesciata nel suo contrario. Con questo accordo, viene demolita l'Europa del welfare, l'Europa dei diritti sociali e civili, l'Europa che ha conosciuto nel protagonismo dei lavoratori e dei sindacati il proprio tratto distintivo. Il modello europeo, appunto. Le scelte assunte a livello europeo sotto l'egemonia della destra prussiana e l'ignavia delle altri parti in commedia - a partire dal ridicolo Sarkozy - avranno pesanti ripercussioni non solo sull'economia ma sui livelli di vita e di civiltà del continente europeo. Monti, in questo quadro, si è comportato per quello che è: un burocrate di alto bordo del partito mondiale neoliberista, del tutto indifferente alle sorti del popolo italiano e dei popoli in generale. Volendo ricercare nella storia esempi di situazioni simili si potrebbe dire che il modello a cui si ispira la Merkel sono le folli politiche restrittive che il cancelliere Bruning impose alla Germania dopo la crisi del '29. Portarono a 5 milioni di disoccupati e alla vittoria di Hitler nelle elezioni del gennaio '33. Questa volta la Germania non applica queste politiche in primo luogo a se stessa, ma al resto d'Europa.
Le misure adottate al vertice sono innanzitutto pesantemente recessive, aggravano la crisi e spingono molti paesi - tra cui l'Italia - sulla strada della Grecia. Viene imposto a tutti i paesi il pareggio di bilancio in Costituzione e le sanzioni per chi sforerà i limiti di deficit (resi più restrittivi) saranno automatiche e comminate direttamente anche attraverso la Corte di Giustizia europea. Non vi sarà più discussione politica, ma il boia interverrà - diciamo così - per via burocratica. Ovviamente le sanzioni "automatiche" graveranno su stati già in difficoltà e avranno il compito quindi di rendere catastrofica una situazione difficile. Oltre a questa decisione, per un paese come l'Italia, L'Euro Plus Pact - approvato dal Parlamento europeo con il voto contrario della Sinistra Europea ed esplicitamente richiamato nell'accordo - obbligherà non solo al pareggio di bilancio, ma anche a fare - per vent'anni di fila - un ulteriore taglio di 40 miliardi all'anno. Una stangata pazzesca che demolirà l'economia italiana, distruggerà il welfare e porterà alla svendita di tutti i servizi pubblici locali e di tutto l'apparato industriale pubblico. Dopo questo accordo nessun governo europeo potrà più fare politiche che non siano ultraliberiste. Le politiche neoliberiste di Maastricht che ci hanno portato alla crisi vengono qui pesantemente aggravate e accelerate. In secondo luogo la modifica dei meccanismi di assunzione delle decisioni e le sanzioni automatiche riducono i paesi come l'Italia ad espressioni territoriali prive di sovranità popolare. Si tratta di una palese distruzione della democrazia nel nostro paese e di una palese violazione della Costituzione italiana. I cittadini italiani come possono esprimere democraticamente il loro indirizzo? Se tutto è deciso dalla Germania, che fine ha fatto la democrazia? Qualche giorno fa abbiamo provocatoriamente chiesto all'Ambasciata tedesca a Roma di poter votare in Germania, ma alla luce di quanto deciso è del tutto evidente che non si trattava di una provocazione. E' del tutto incostituzionale che un governo di tecnocrati, non eletto dal popolo, possa decidere che l'Italia non è più un paese sovrano, ma un protettorato tedesco. Qui poniamo un problema al Presidente della Repubblica che della Costituzione è il garante. Non è in discussione la possibilità dell'Italia di aderire a trattati internazionali. Qui è in discussione che la sovranità nazionale possa essere svenduta in questo modo. Può avvenire questo senza che il popolo italiano o almeno il Parlamento lo decida?
In terzo luogo, nell'accordo non vi è alcuna misura per sconfiggere la speculazione finanziaria e la Banca Centrale Europea continuerà a non poter acquistare direttamente i titoli di stato. La destra prussiana della Merkel ha quindi vinto su tutta la linea e i miliardi stanziati nel fondo "salva stati" sono solo la misura di quanto gli speculatori possono succhiare agli stati europei prima di farli fallire. Io credo che vi sia della lucidità in questa follia e, precisamente, il disegno delle classi dominanti e della destra tedesca di obbligare vari paesi europei a svendere tutto e a tagliare brutalmente il welfare e i diritti del lavoro. In altri termini, vi è un uso politico della speculazione al fine di utilizzarla come "disciplinamento forzato" dei vari paesi nella distruzione del movimento operaio. La Merkel sta facendo in oggi Europa quello che la Tatcher ha fatto anni fa in Inghilterra. Occorre però notare che la Merkel non controlla tutte le variabili del gioco - può usare la speculazione, ma non ha gli strumenti per gestirla - ed è molto probabile che finirà (come il già citato Bruning) col bruciarsi le sue dita e le nostre case. Penso infatti che con il vertice di ieri si è fatto un deciso passo in avanti verso il baratro della crisi e la demolizione dell'Euro. In questa condizione la rivendicazione che Monti la smetta di fare il cameriere della Merkel e dica chiaramente che non restituiamo i capitali alle banche tedesche è l'unico atto responsabile da chiedere al governo italiano.
Che fare? Dobbiamo spiegare, in modo che la gente capisca, che la manovra di Monti non è un male necessario ma un male inutile e dannoso. Che aggrava la situazione, non la risolve. Parallelamente dobbiamo organizzare le lotte a partire dallo sciopero di lunedì che dobbiamo trasformare in uno sciopero di otto ore e in una giornata di mobilitazione generalizzata. Poi proseguiremo, fino alla calorosa accoglienza, a metà gennaio, per Monti, Merkel e Sarkozy.

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