domenica 29 gennaio 2012

Ecco Riforma del Mercato del Lavoro, il gioco da tavolo che cancella i diritti - Alessandro Robecchi, Il Misfatto

Più entusiasmante di Risiko! Più divertente di Monopoli! Finalmente un gioco che bastona i lavoratori senza usare la polizia! – Il ministro Fornero è già una campionessa: basta un tiro di dadi per eliminare l’articolo 18 e la cassa integrazione – Il gioco in realtà è antichissimo, ma Monti lo presenta in Europa come una grande novità italiana – Sergio Marchionne è raggiante: “Ottimo! Si possono fregare i lavoratori italiani anche vivendo a Detroit!”.
Un gioco da tavolo entusiasmante, un passatempo perfetto per riempire le pause in Consiglio dei Ministri, per dilettare banchieri e sottosegretari. Si tratta del nuovissimo Riforma del Mercato del Lavoro®, un gioco che unisce strategia, abilità, cinismo ed economia. La struttura ricorda quella dei giochi tradizionali: un tabellone, pedine colorate, dadi e carte. Ma il segreto del successo è che ognuno fa le regole come cazzo vuole. Per abolire l’articolo 18, per esempio, basta fare sei con i dadi e dire che si tratta di giustizia sociale. Lo stesso vale per la cassa integrazione. Per i sussidi ai disoccupati e il reddito minimo garantito, invece, sarà necessario fare quindici volte consecutive uno tirando due dadi: nessuno c’è mai riuscito.
Riforma del Mercato del Lavoro® è in commercio da meno di un mese e già ci sono campioni conclamati. “Il ministro Fornero è molto forte – dice un esperto – soprattutto per il suo cinismo. Pare sia imbattibile , ha ordinato un tabellone in pelle umana e dadi di osso di metalmeccanico”. Intanto si affinano tecniche e strategie di gioco. La migliore è fingere di occuparsi dei precari. “Con la scusa di aiutare i precari si cancellano i diritti a tutti gli altri, e il gioco è fatto – dice un sottosegretario – spesso i sindacati ci cascano alla grande”. Molto preziosa, nel gioco, la carta “diritti acquisiti”: chi la pesca la butta nel cesso ed è favorito per la vittoria.
Come ogni gioco di strategia, richiede buona predisposizione alla menzogna. Per esempio convincere tutti che licenziare i lavoratori faccia bene all’economia aiuta molto, così come leggere gli articoli di Alesina e Giavazzi sul Corriere. Vince, alla fine, chi fa più regali alle banche e ai padroni, riuscendo però a passare per un riformista di stampo europeo che modernizza il Paese. Un gioco bellissimo, insomma. Unico neo, il prezzo: Riforma del Mercato del Lavoro® costa infatti tre punti di Pil e cinque di inflazione. Ma anche qui, nessun timore: se i giocatori sono abili, pagheranno i lavoratori.

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