venerdì 20 gennaio 2012

Se la CGIL va contro la FIOM - Loris Campetti, Il Manifesto


Oggi il centro di Ancona sarà nuovamente attraversato da un corteo promosso dagli operai della Fincantieri. Ma sarà un corteo diverso da quelli a cui gli anconetani si sono abituati ad assistere, e a partecipare, da mesi. Non sarà una marcia della «collera», ma al contrario una festa per celebrare finalmente un risultato positivo strappato dopo mesi di lotte dai lavoratori, sostenuti dalla Fiom, che hanno costretto l’azienda a fare un passo indietro e rinunciare al piano «terminale» che avrebbe messo in ginocchio il luogo simbolo del lavoro e dell’orgoglio marchigiano. In testa al corteo ci sarà il segretario regionale della Fiom, Giuseppe Ciarrocchi, «Peppe» per gli amici. Se il merito del salvataggio dei cantieri è degli operai che non hanno mai mollato, un ruolo speciale nella lunga vertenza l’ha avuto lui, leader riconosciuto nelle lotte come nelle trattative.
E invece da Ciarrocchi bisogna guardarsi, essendo «oggettivamente» colpevole di lesa maestà nei confronti della Cgil, la sua stessa confederazione. Si è macchiato di un grave reato e di conseguenza la Commissione interregionale di garanzia l’ha punito sospendendolo per sei mesi dal direttivo regionale delle Marche. Ora, con l’aiuto di Paolo Virgili che fa parte come Ciarrocchi dell’area programmatica di minoranza «La Cgil che vogliamo», vi raccontiamo per filo e per segno il crimine consumato nella città dorica, il processo, la condanna e infine la decisione di tutti i dirigenti marchigiani della minoranza Cgil di autosospendersi dagli incarichi nei direttivi regionale e di tutte le camere del lavoro. Una delibera applicativa dello Statuto varata dopo l’ultimo Congresso nazionale fa divieto, salvo autorizzazione delle segreterie, alla «Cgil che vogliamo» di stampare volantini e materiale vario con il simbolo della Cgil e quello dell’area programmatica: una roba che rimanda alla cultura della Terza internazionale e a una concezione militarizzata del «centralismo democratico». Ogni «violazione» dell’ordine dopo il Congresso aveva determinato richiami verbali, come a Pesaro; ad Ascoli uno striscione della «Cgil che vogliamo» per la manifestazione della Fiom del 16 ottobre era stato sequestrato.
E arriviamo al reo Ciarrocchi. Qualche mese fa un delegato Fiom aveva diffuso nella rete della Cgil un documento in cui si mettevano a confronto le ragioni della maggioranza dell’organizzazione a sostegno dell’accordo interconfederale del 28 giugno e quelle critiche della minoranza Cgil. Apriti cielo: il delegato fu raggiunto da un «biasimo» scritto e stessa condanna venne comminata a Ciarrocchi per «responsabilità oggettiva». Forse, per la burocrazia della Cgil avrebbe dovuto sottoporre a pubblico ludibrio quel delegato colpevole di violazione della «delibera applicativa». Per questo è «oggettivamente colpevole». Quando un solerte membro della mitica Commissione interregionale di garanzia ha chiamato il segretario della Fiom perché motivasse il suo comportamento irresponsabile, il nostro Peppe era nel cuore di un duro confronto con Fincantieri per la nota vertenza. E quando le richieste del «membro» si sono fatte insistenti, dalla Fincantieri è partita una risposta «lesiva» della dignità della Persona e dell’Organizzazione. Probabilmente Ciarrocchi si è lasciato scappare un classico «vaffanculo», ho cose più serie che non le vostre turbe burocratiche: la sorte di centinaia di operai. Sospeso per per sei mesi.
Martedì mattina, poche ore dopo l’esito positivo della vertenza Fincantieri si è riunito il direttivo regionale della Cgil per discutere di «fase politica e nostri compiti». I dirigenti della Cgil che vogliamo hanno presentato un ordine del giorno per denunciare l’inopportunità della sospensione «per un accadimento che poteva e doveva essere chiarito attraverso una normale dialettica nel gruppo dirigente». L’odg ricordava i meriti sindacali di Ciarrocchi, che dovrebbero stare a cuore all’organizzazione più dei certami burocratico-amministrativi, è stato ritenuto «non ammissibile», in quanto «non inerente» la discussione di alta strategia sindacale in corso. A questo punto i 16 compagni della minoranza nel direttivo si sono autosospesi fino al termine del «confino» imposto a Ciarrocchi e la stessa decisione è stata presa da tutti i dirigenti delle camere del lavoro della regione. Quando tra qualche giorno si terrà il nuovo direttivo regionale per eleggere il segretario (quello attuale, Gianni Venturi, è decaduto per scadenza termini), la Cgil che vogliamo si riunirà in un’altra sala insieme al coordinatore nazionale dell’area, Gianni Rinaldini.
Ma oggi Ancona è in festa per aver salvato i suoi cantieri navali e il più festeggiato di tutti sarà Peppe Ciarrocchi, come lo è stato ieri al cantiere: gli operai e la città se ne fottono dei biasimi degli apparati e delle sospensioni. I marchigiani sono gente concreta, guardano ai risultati e se ogni tanto qualcuno si manda affanculo se ne fanno una ragione.
ps: di storiacce simili a questa, purtroppo, ce ne segnalano diverse, dal nord al sud. Che sta succedendo in Cgil?

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