venerdì 9 marzo 2012

No Tav, chiudiamo la pratica

120309notavdi Curzio Maltese
Se io o voi fossimo della Val di Susa, probabilmente oggi saremmo sulle barricate a difendere la salute dei figli, la nostra e una terra che rischia di essere stravolta e umiliata per sempre. Già questa banale osservazione avrebbe dovuto procurare alle lotte No Tav maggior rispetto di quanto ne sia stato riservato dalla politica e dai media in questi vent’anni, ovvero nessuno.
Le ironie dei giornali di destra e del conduttore di uno dei più squallidi programmi radio, La Zanzara, sul povero Luca Abbà, caduto mentre stava inscenando una protesta del tutto legittima e pacifica su un traliccio, meritano in pieno la reazione di Alberto Perino: «Sciacalli, jene».
Se l’è cercata Abbà? Ma andiamo, piuttosto se l’è cercata la politica. Si è cercata gli scontri, la guerra civile, i blocchi stradali, perfino le violenze, con una gestione delirante di quello che avrebbe potuto essere un grande progetto. In tutta Europa si sono costruite ferrovie super veloci, ma in nessun Paese è mai nato un movimento No Tav. Perché? Perché gli italiani sono nemici della modernità? Non facciamo ridere. Perché i valligiani sono fieri ambientalisti? Anche qui ci sarebbe da ridere. Nessuno in Val di Susa ha battuto ciglio quando quel galantuomo di Gavio ha costruito una della peggiori, inutili, inquinanti e devastanti autostrade d’Italia. La verità è che in Italia c’è stata la peggior classe dirigente continentale, corrotta, incapace e incompetente.
Per vent’anni questa classe dirigente ha impedito una seria discussione nel merito sulla Lione-Torino. Troppo forti e inconfessabili erano gli interessi nascosti. Serve o non serve questa Tav? Dalla lettura delle centinaia di documenti e inchieste pro e contro, da farsi venire il mal di testa, l’unica conclusione ragionevole è che serviva vent’anni fa, quando è stata progettata, ma non servirà a nulla fra vent’anni, quando sarà ultimata. Del resto, com’è ovvio, nessun progetto resiste nella nostra epoca il tempo infinito di quarant’anni.
Quel treno dell’alta velocità è passato e l’Italia l’ha perso, insieme a tanti altri. Se oggi si vuole andare avanti a ogni costo, alla lettera, è perché dietro la Tav si muovono interessi colossali di potentati, costruttori, mafiosi, speculatori e politici corrotti. Cifre alla mano, la Tav italiana è infatti un gigantesco scandalo e alla luce del sole. Per quale altro motivo, se non la corruzione, la nostra Tav dovrebbe costare sei, sette, dieci volte di più che in Francia o in Germania? Il governo Monti dovrebbe trovare lo stesso coraggio che ha dimostrato nel rifiutare le Olimpiadi e chiudere la pratica. Non perché sia sbagliato organizzare le Olimpiadi o costruire le reti ad alta velocità, ma perché l’Italia della crisi non può permettersi di assistere ad altre orge tangentizie.

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