lunedì 18 giugno 2012

Feltri: “Voi straccioni, io 700mila euro”. La peggio Italia di Mino Fuccillo

Vittorio Feltri, un Marchese del Grillo dei tempi nostri, forse inconsapevole del ruolo ma di certo sincero nell’allocuzione che rivolge al paese: “Voi straccioni, io 700mila euro”. L’affermato giornalista, da decenni osservatore e fustigatore della politica e dei costumi, opinion maker, sì insomma assemblatore di opinioni, indiscutibile punto di riferimento della pubblica opinione orientata a destra, viaggiatore sempre con successo da una testata all’altra del giornalismo appunto di destra e vicino a Forza Italia, alla Lega e ad An quando c’era, ora censore e correttore della linea ufficiale del Pdl, quasi sempre reclamante appunto una linea d’azione più dura e pura da parte di Berlusconi e alleati e ci si perdoni questo elenco interminabile come di cognomi alla spagnola dei titoli di merito e presenza di Feltri nella vita pubblica ma vanno almeno in parte riassunti, insomma quel signore che spesso intervistato in tv dice cosa dovrebbe fare la destra italiana quando sta al governo, sì proprio lui è stato invitato da Angelino Alfano, segretario Pdl, a scendere in campo, a partecipare alle primarie del Pdl, a passare dalle parole ai fatti, dalla cattedra, anzi dal pulpito, al banco di prova e di lavoro. E come ha risposto Feltri? Con meravigliosa sincerità: “Prima di tutto c’è una questione economica, i parlamentari guadagnano da straccioni, io guadagno 700mila euro l’anno ai quali non rinuncio”.
Meraviglioso Feltri, davvero uno di noi. Fa bene sentire uno che ha la faccia di dire che le chiacchiere, anche quelle scritte sui giornali, sono sì belle, ma non bisogna perdere i 700mila euro per rincorrerle troppo queste chiacchiere. E’ istruttivo affacciarsi sul mondo dei redditi da lavoro dalla prospettiva di chi può giudicare “straccione” uno stipendio da 20mila lordi al mese, quello dei parlamentari. Allarga il cuore vedere un uomo che forma l’opinione dei suoi concittadini assicurarsi, prima di muovere un passo, che lui niente ci rimette e domandarsi: sì, va bene, ma i soldi? E’ genuino, verace e per nulla ipocrita Feltri, è sempre stato così, anche quando guadagnava molto meno ed era molto meno noto: la sua confessata e rivendicata bussola erano i soldi e la stella polare della sua rotta era, a suo orgoglioso dire, lo stipendio più alto. Davvero uno di noi Feltri e sia detto senza alcuna ironia, uno in perfetta sintonia con la stragrande maggioranza del paese che a differenza dell’americano “giusto o sbagliato, è il mio paese”, italianamente pensa: “diritti o storti, sono i cavoli miei”. Così gli americani si dicono che alla fine quando si tratta di scegliere quel che conta è il paese, così gli italiani si dicono che alla fine quel conta sono i cavoli propri.

di Giornalettismo
Un trafiletto del fatto a firma dell’ottimo Vittorio Malagutti ci racconta un episodio curioso che appartiene alla vita di Vittorio Feltri, baby pensionato andato in ritiro del 1997 a 52 anni:
Per rimettere in sesto i conti pubblici bisogna innanzitutto intervenire sulle pensioni innalzando l’età in cui si smette di lavorare.
La ricetta, in verità non nuovissima, arriva da Vittorio Feltri che martedì sera durante la trasmissione “In Onda” condotta su La7 da Luisella Costamagna e Luca Telese, ha detto la sua sulla manovra appena varata dal governo. “Bisogna fare come la Germania”, ha detto sicuro l’editorialista de Il Giornale. “Tu t t i sanno che in Germania si va in pensione a 67 anni”, ha spiegato Feltri, “mentre noi ci ostiniamo ad andarci a 58,59, 60”. Tutto vero, come no. Anzi, a volte capita perfino che qualcuno riesca a raggiungere l’agognata pensione anche prima, molto prima. Feltri per esempio ce l’ha fatta a soli 53 anni, nel 1997. Una pensione d’o ro : ben 347 milioni di lire all’anno, circa circa 179 mila euro, a carico dell’Inpgi, l’Istituto previdenziale dei giornalisti. Da allora Feltri ha continuato a scrivere e a dirigere giornali, ricevendo ricchi e meritati compensi e spiegando al mondo intero che è meglio per tutti se si va in pensione a 67 anni.

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