domenica 28 ottobre 2012

Paolo Ferrero: "Mandare a casa Monti e rottamare il montismo. Oggi inizia una nuova storia" di Fabio Sebastiani, www.controlacrisi.org


Rifondazione comunista in piazza a fianco di associazioni e comitati per mandare via Monti…
Ora che ci siamo finalmente liberati di Berlusconi occorre mandare a casa Monti e rottamare il montismo e le politiche di austerità. Per questo come Rifondazione comunista parteciperemo a Roma al No Monti Day: contro l’austerity, contro il Fiscal compact, che centrodestra e centrosinistra uniti nel montismo hanno approvato, così come il pareggio di bilancio in Costituzione e la demolizione dell’articolo 18. Manifesteremo quindi per farla finita con queste politiche di austerità che stanno aggravando la crisi, aumentando la disoccupazione, demolendo lo stato sociale, demolendo ogni sovranità democratica del popolo italiano, sacrificati sull’altare dei tecnocrati di Bruxelles
… e contro il “montismo”
I provvedimenti che ha approvato il Governo Monti dureranno anni. Per esempio, il Fiscal compact durerà vent’anni. E obbligherà i prossimi governi a vent’anni di tagli. Quindi noi faremo una coalizione di uomini e di donne che sono disponibili a disdettare il Fiscal compact. Bisogna disobbedire all’Unione europea perché se si sta dentro i diktak dell’Ue non c’è altra soluzione che finire al rallentatore nella situazione della Grecia, come stan facendo con il Portogallo, con la Spagna e con gli altri paesi.
Che cosa vi aspettate da questa giornata?
Che finalmente gli italiani possano vedere una manifestazione contro il Governo e le politiche di austerità non solo dai telegiornali guardando le manifestazioni spagnole, portoghesi, greche o francesi; ma che si veda che una parte d’Italia comincia a mettersi in movimento. E io confido che questa sia solo la prima manifestazione di una lunga serie.
Il 14 novembre quasi tutti i paesi d’Europa c’è lo sciopero generale.
Ovviamente, oltre al fatto che il sindacalismo di base ha dichiarato sciopero, chiediamo alla Cgil di dichiarare lo sciopero generale nello stesso giorno, perché per battere queste politiche l’unica strada è organizzare la lotta dei popoli in modo che sia chiaro a tutti che non è possibile continuare a schiacciare sempre gli stessi.
Anche Vendola dice no a Monti
Il problema è una non coerenza tra le parole ai fatti. Vendola dice No a Monti ma poi ha firmato un accordo con il partito democratico in cui si impegna a rispettare i trattati internazionali e una disciplina di maggioranza dentro il gruppo parlamentare. Visto che il Pd sarà in maggioranza dentro a quel gruppo questo significa legarsi mani e piedi a Bersani. Questo, mi dispiace, c’è una palese non sintonia tra le cose che si dicono, giuste, e gli atti che purtroppo non vanno nella stessa direzione. Tutto questo vuol dire che ci sarà un Governo diverso da quello Monti ma che va nella stessa direzione. Perché tagliare quaranticinque miliardi all’anno vuol dire svendere tutto il patrimonio le industrie, svendere l’oro della Banca d’Italia e continuare a demolire lo Stato sociale. Per questo noi diciamo assieme a Vendola “Ripensaci” e costruiamo insieme un polo di sinistra che si candidi a governare il paese con politiche alternative a quelle della Banca centrale europea.
Quali proposte per uscire dalla crisi?
Tasse sui grandi patrimoni al di sotto del milione di euro vuol dire venti miliardi di entrate; fermare l’acquisto dei cacciabombardieri altri quattordici miliardi di entrate; fermare la Tav in Val di Susa altri tre miliardi. E mettere un tetto agli stipendi, ai cumuli delle pensioni oltre i cinquemila euro sono un’altra decina di miliardi. Con questi quaranta miliardi si potrebbero aumentare gli stipendi e le pensioni e dare un po’ di posti di lavoro per i disoccupati. Monti non la farà mai perché segue gli interessi delle banche.
In piazza ci sarà anche tanta società civile.
Oggi la sinistra concreta non è fatta esclusivamente dai partiti. Ci sono associazioni, comitati, sindacati e parti di sindacato e forze politiche come rifondazione che aderiscono; ma c’è questo complesso di forze. C’è una coalizione sociale che si può costruire. E noi lavoriamo perché si costruisca si aggreghi e diventi sempre più forte.

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