venerdì 23 novembre 2012

La “porcata” del Corriere della Sera di Federico Rucco, www.contropiano.org

Vergognosa speculazione del Corriere sull'agguato ai tifosi del Tottenham a Roma. C'è chi invoca la motivazione antiebraica e chi, come il Corriere, evoca una inesistente connessione tra ultras, fascisti e centri sociali.

Sull'assalto di ieri sera a Roma, in un pub di Campo de' Fiori, contro un gruppo di tifosi inglesi del Tottenham che giocava la Lazio, oggi sui giornali è stata una ridda di isteria e manipolazione. Mentre resta da tutta da dimostrare l'ipotesi di un raid contro gli “Spurs” del Tottenham in quanto club calcistico riconducibile alla comunità ebraica londinese, il Corriere della Sera decide di giocare ancora più sporco.
Nell'articolo che alleghiamo a seguito, Fiorenza Sarzanini avanza la tesi, unica a farlo quest'oggi e senza uno straccio di prova, di una alleanza tra fascisti e giovani dei centri sociali di sinistra in nome del tifo e dell'antiebraismo. Le contraddizioni sono enormi e vengono fuori da tutte le parti.
Il Tottenham giocava contro la Lazio ma i due arrestati sono tifosi della Roma. Nessun testimone ha dichiarato di aver ascoltato insulti contro gli ebrei. Nei centri sociali romani la discriminante antifascista è una delle poche cose che regge ancora nel tempo. A sinistra nessuno ha mai fatto confusione tra ebraismo,sionismo e politica israeliana. Il primo non comporta in alcun modo responsabilità sui secondi.
Ma il fallo sporco del Corriere della Sera mette appositamente tutto sullo stesso piano con una operazione disinfomativa e manipolante che ha l'obiettivo di spianare la strada alle misure repressive del ministro Cancellieri da un lato e di mettere sulla difensiva, come di consueto, ogni manifestazione di solidarietà con i palestinesi. Tre giorni fa i tifosi della Roma hanno esposto un grande striscione con su scritto "Free Palestine" in solidarietà con i palestinesi di Gaza. Il Corriere vorrebbe fargliene una colpa? Probabilmente si e non solo lui. Tant'è che su diversi giornali e testate online viene appositamente accostata l'immagine di quello striscione a cori e insulti antisemiti ben sapendo che si tratta di cose, di partite e di curve diverse.



Il fatto che i tifosi del Tottenham ostentino le bandiere israeliane allo stadio o che la sua curva si chiami Yid Army (Esercito ebraico) così come molte curve italiane continuino ad ostentare celtiche o svastiche, è solo la conferma che gli stadi non sono mai stati delle “zone franche” immuni alle suggestioni, alle tensioni e all'imbecillità che avvengono all'esterno.



I gruppi neofascisti hanno provato e provano sistematicamente a influenzare il tifo (lo fanno anche i gruppi di destra delle comunità ebraiche come nel caso del Tottenham o dell'Ajax) , ma da qualche tempo stanno perdendo terreno.
Il gioco sporco del Corriere della Sera si spinge più in là di questo. L'allarmismo sui rischi dell'antiebraismo (la categoria di antisemitismo è un altro omaggio al linguaggio neocoloniale israeliano visto che anche gli arabi sono semiti) viene strumentalizzato per piegarlo all'allarmismo sui gruppi sociali e politici che disturbano la tregua sociale di cui la classe dominante vorrebbe usufruire nonostante il massacro sociale che sta scatenando sui settori popolari. Quello di oggi somiglia molto agli articoli della stampa "sabauda" contro la marmaglia (operai, contadini, poveri) che minacciava la tranquillitò di lorsignori nell'Ottocento. Uno stile che coincide fin nei dettagli con un governo "sabaudo" come quello di Monti.
-------

Da Il Corriere della Sera del 22 novembre

Alleanza tra militanti dei centri sociali ed estremisti di destra

Assalto al pub: picchiatori giallorossi in azione con i nemici laziali

La telefonata al centralino della questura arriva all'1.07 di giovedì: «Venite so' laziali, si stanno gonfiando». All'altro capo del telefono c'è un cameriere del pub «Drunken ship». All'1.14, quando cinque volanti arrivano a Campo de' Fiori, la maggior parte degli aggressori è già scappata. Ma non sono solo laziali. Anzi. Come spesso avviene quando si tratta di organizzare risse e spedizioni punitive, il gruppo è misto, laziali e romanisti insieme. E questa volta sembra che siano stati proprio i giallorossi a chiamare gli altri per avvisarli che c'erano «un po' di inglesi» dentro il locale.

Francesco Ianari ha 27 anni e una storia di ultrà violento. Fa il venditore ambulante al mercato di via Sannio, quartiere San Giovanni. Nel 2006 ha subito il Daspo (il divieto di entrare allo stadio) al termine di una notte di follia durante la quale, per festeggiare la vittoria dell'Italia sull'Ucraina ai Mondiali in Germania, insieme ad altri tifosi aveva rovesciato la macchina dei carabinieri in servizio di vigilanza in via del Plebiscito.
Giovedì notte lo hanno fermato mentre era ancora fuori dal pub e scorrendo le ultime chiamate sul display del telefonino hanno identificato il suo presunto complice Mauro Pinnelli. Lui di anni ne ha 26, fa l'operaio e vive all'Alberone, che da via Sannio dista un paio di chilometri. Prima del raid si sono scambiati diversi sms, poi sono entrati in azione.

Secondo le ipotesi investigative, il primo a notare quel gruppo di britannici ubriachi già nel pomeriggio è proprio Ianari. Non hanno bandiere o altri segni di riconoscimento, forse li scambia per gli odiati sostenitori del West Ham - la squadra dove ha giocato l'ex bandiera biancoceleste Paolo Di Canio - venuti a Roma per sostenere i laziali che devono giocare contro il Tottenham. E convoca un po' di amici per dar loro una lezione. Soltanto quando fanno irruzione nel pub e cominciano a picchiare, si rendono conto che forse si tratta proprio dei tifosi del Tottenham. E diventano ancora più cattivi.

Entrano nel «Drunken ship» con mazze e bastoni, devastano il locale. Spaccano bottiglie, picchiano forte. Poi tirano fuori i coltelli e la rissa prosegue in strada. La mattina dopo i testimoni raccontano di averli sentiti gridare «ebrei di m...», giurano che si trattasse di un raid antisemita.
Ma quando vengono interrogati dai poliziotti della Digos, nessuno accetta di metterlo a verbale. E questo, almeno per il momento, impedisce che si possa contestare l'aggravante prevista dalla legge Mancino sulla discriminazione razziale.
L'indagine però è soltanto all'inizio. Perché dopo gli arresti dei due romanisti, i poliziotti della Digos guidati da Lamberto Giannini hanno effettuato numerose perquisizioni concentrandosi su due tifosi della Lazio che potrebbero aver partecipato all'aggressione.
I video girati dalle numerose telecamere che si trovano nella zona di Campo de' Fiori possono fornire un aiuto per eventuali riscontri, ma difficilmente basteranno per identificare gli assalitori degli inglesi. Molto più concrete appaiono le verifiche sulle frequentazioni dei due arrestati, sulle precedenti segnalazioni a manifestazioni o in occasione degli incidenti prima e dopo le partite di calcio, sui racconti dei testimoni.
Ma le tracce davvero preziose stanno arrivando dai tabulati telefonici.
L'incrocio dei numeri utilizzati consente di avere una prima radiografia del gruppo. E i risultati non appaiono affatto sorprendenti. Perché, come sempre più spesso accade, il tifo si mescola con la passione politica, ma non crea barriere.
A Campo de' Fiori l'altra notte c'erano insieme giallorossi e biancocelesti, estremisti di sinistra con quelli di destra. I testimoni hanno fornito descrizioni piuttosto precise consentendo di indirizzare l'attenzione verso personaggi già «conosciuti» e schedati.

Qualcuno sarebbe stato notato alle ultime manifestazioni insieme ai giovani dei centri sociali. Ma almeno uno farebbe parte di «Offensiva Ultras», gruppo di sostenitori della Roma che invece si ispira alla destra. Per terra, mentre gli aggressori fuggivano e gli inglesi chiedevano aiuto, è stato trovato un casco con la scritta «Onore a Gabbo», in ricordo di Gabriele Sandri, ultrà della Lazio ucciso da un poliziotto sull'autostrada l'11 novembre 2007. È possibile che nuovi fermi possano scattare già nella giornata di venerdì.

Fiorenza Sarzanini

Nessun commento:

Posta un commento

Di la tua