sabato 26 gennaio 2013

Inceneritore/Prc-Idv:Comune per rifiuti zero e nega “inopportunità" riaccensione


Non si capisce quali siano le ragioni che inducono a dichiarare di ritenere non opportuno e dannoso il ricorso all’ incenerimento,  salvo poi votare contro un atto che dice la stessa cosa. Una contraddizione che lascia spazio all'ambiguità ed ai legittimi dubbi della cittadinanza sui reali intenti dei loro rappresentanti istituzionali.
TERNI - Mercoledì 23 si è tenuta una seduta del Consiglio comunale importante. E' stata fatta una discussione sulla tematica della gestione del ciclo dei rifiuti. Nella complessità della discussione giova precisare alcuni aspetti.
In primo luogo, come Rifondazione Comunista ed Italia dei Valori di Terni, forze politiche unite oggi dal comune impegno nella Lista Rivoluzione Civile di Ingroia, esprimiamo la nostra soddisfazione per l’approvazione, da parte del Consiglio Comunale ternano, dell’atto di indirizzo sull’adesione del Comune di Terni alla strategia “Rifiuti zero”.
Si tratta di un passo importante perché, tale strategia, è lo strumento indispensabile per centrare, nei prossimi anni, gli obiettivi del nuovo piano d’ambito dell’ATI 4,  approvato dallo stesso Comune di Terni nel mese di dicembre e recentemente dall’Assemblea dei Sindaci della Provincia.
Rispetto ad un recente passato, l'approccio alla tematica è, quindi, radicalmente mutato in senso positivo. Solo poco tempo fa, i nostri partiti erano isolati nel chiedere a gran voce una inversione della vecchia impostazione "incenerimento e discarica".
Gradualmente, grazie al forte lavoro dei nostri militanti, grazie al coinvolgimento della cittadinanza ed al lavoro di comitati ed associazioni, pezzi importanti della politica ternana ed umbra si sono spostati su posizioni più ragionevoli.
Non vi è nulla di positivo, invece, nella bocciatura dell'altro atto di indirizzo presentato sempre dai Consiglieri Nannini e Campili, a nome dei gruppi del PRC e dell’IDV, nel quale si chiedeva una pronuncia netta del Consiglio comunale sulla inopportunità della riaccensione dell’inceneritore Aria Spa, come richiesto da comitati ed associazioni cittadine.
Non si capisce quali siano le ragioni che inducono a dichiarare di ritenere non opportuno e dannoso il ricorso all’ incenerimento,  salvo poi votare contro un atto che dice la stessa cosa.
Una contraddizione che lascia spazio all'ambiguità ed ai legittimi dubbi della cittadinanza sui reali intenti dei loro rappresentanti istituzionali, che a ben vedere dovrebbero agire in coerenza con quanto dichiarano e non rifugiarsi dietro l'assunto della non competenza in materia. Tutto ciò che accade sul territorio è competenza della politica, che si assume sempre la responsabilità delle proprie posizioni ed azioni.
Sulla questione dell’inceneritore ex Terni Ena, occorre registrare le dichiarazioni del Sindaco che, pur continuando a negare l’evidente crisi ambientale della conca ternana, in base a classifiche quantitative nazionali molto discutibili, ha affermato di voler fare tutto quanto è nelle facoltà dell'Amministrazione per far sì che l'inceneritore di Maratta, non ottenga la proroga delle autorizzazioni alla loro prossima scadenza.
Ma votando contro l'atto del PRC e dell’IDV, si attesta implicitamente di non avere nulla in contrario a che Aria S.p.A. bruci il pulper di cartiera per i prossimi tre anni, con buona pace di quanto dichiarato a parole.
Rifondazione Comunista e l’Italia dei Valori ritengono che non si possa più protrarre la contraddizione manifestatasi nel corso della seduta del consiglio comunale, di cui ha precisa responsabilità l’area moderata dello schieramento di centro-sinistra locale: la contraddizione fra un approccio che pone la necessità di una netta discontinuità con il recente passato ed il tentativo, conservativo e privo di idee, di permanere in un quadro di ambiguità e di mancanza di chiarezza, rispetto agli obiettivi finali in materia ambientale.
Riteniamo inaccettabile da un lato impegnarsi lungo la via di rifiuti zero e, dall’altro, lavarsi le mani della presenza di attività industriali quali l’inceneritore di proprietà dell’ACEA.
Non si tratta dunque solamente di lavorare e di vigilare affinché il traguardo di rifiuti zero sia conseguito, ma  di sviluppare un nuovo modello di gestione del ciclo dei rifiuti, che, a Terni come nel resto dell’Umbria, prescinda da ogni forma di incenerimento.
PARTITO della RIFONDAZIONE COMUNISTA
ITALIA DEI VALORI

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