martedì 16 aprile 2013

Rifondare Rifondazione 2

Il disastro elettorale di Rivoluzione Civile, la situazione politica italiana e quella del nostro partito (PRC), dopo gli esiti della Direzione Nazionale e del CPN, impongono una riflessione urgente: l’analisi della fase attuale, con i rischi possibili di derive sia a livello sociale che a livello istituzionale impongono la presenza di una forza comunista organizzata e capace di reagire con la massima prontezza possibile.
Crediamo che in questa fase di crisi la teoria e la prassi debbano essere totalmente ripensate, ma che per farlo sia presupposto necessario l’unità dei militanti di Rifondazione. Senza questa base è impossibile pensare ad un qualsiasi progetto di ricostruzione di un’organizzazione degna di questo nome.
Purtroppo il PRC sta mancando l’appuntamento con un profondo dibattito sulle proprie teorie e prassi portate avanti nella sua storia; la conseguenza è quella di ritardare una decisione sul proprio futuro, lasciando migliaia di militanti spaesati e confusi, con l’urgenza di discutere, partecipare e costruire dal basso questa indispensabile organizzazione comunista.
Respingiamo quindi ogni ipotesi, comunque definita, di scioglimento di Rifondazione Comunista e di liquidazione della questione comunista e della necessità della presenza di un partito comunista in Italia.
La ricostruzione del partito comunista non può che ripartire da un giudizio netto e privo di ambuiguità sul ruolo svolto dal PD e dal centro-sinistra nella involuzione reazionaria della società italiana negli ultimi anni e nell’asservimento al grande Capitale finanziario e all’imperialismo; e quindi da un’autocritica altrettanto netta sulla nostra subalternità nei confronti della socialdemocrazia italiana ed europea.
Noi crediamo che occorra innanzitutto sganciarsi dall’assunto per cui un partito comunista misuri il suo valore, la sua forza e il suo senso di esistere dai risultati elettorali che ottiene.
La rappresentanza parlamentare non può e non deve essere l’obiettivo “finale”del nostro agire. I comunisti, in tutto il mondo, non si pongono l’obiettivo di eleggere deputati e senatori. Al contrario si pongono l’obiettivo del superamento della società capitalista e la presa del potere da parte della classe lavoratrice attraverso un laborioso processo di organizzazione della stessa. Pertanto il Parlamento si qualifica come strumento, in alcune fasi utile, ma mai indispensabile per il proseguire dell’attività politica. Per noi comunisti in Italia non può essere diversamente.
La nostra ragione di esistere, organizzarci e lottare è invece profondamente interconnessa alla natura stessa del capitalismo e alla sua incapacità ineluttabile di rispondere alle esigenze dei lavoratori:per questo motivo non verranno mai a mancare, finchè non cambieremo regime economico e sociale, i motivi per proseguire nei nostri intenti.
Occorre quindi un dibattito aperto, allargato, franco, privo di politicismi e tatticismi, prendendo atto che è inutile affrontare i prossimi appuntamenti elettorali senza aver prima capito su quali basi debbano ristrutturarsi i comunisti.
Perchè centinaia di migliaia di compagni in questi vent’anni sono gravitati e usciti insoddisfatti, non trovando una ragione valida per dedicare interamente le proprie energie a questo progetto? È urgente rispondere a questa domanda.
Crediamo che sia indispensabile tornare a studiare la realtà economica e sociale che sta intorno a noi e capire in quali condizioni e con quali bisogni di cambiamento vive il salariato del ventunesimo secolo in Italia. E su tali esigenze basare l’elaborazione del nostro agire politico per un’uscita progressiva dal capitalismo.
Crediamo sia doveroso formulare un chiaro e ben definito programma di cui,incredibilmente, il nostro partito non è dotato, favorendo purtroppo le tesi chi ci accusa di disorganizzazione, velleitarismo e mancanza di un chiaro sguardo strategico.
Crediamo sia necessario valorizzare la nostra comunità politica, abbandonando volatili tatticismi: un militante ben istruito, volenteroso, onesto e capace di guidare una mobilitazione vale più di 1000 voti ad una tornata elettorale.
Crediamo si debba uscire dalla logica deleteria delle correnti per evitare un’ulteriore dispersione di energie e militanze che sono già estremamente provate dalle delusioni patite.
Credendo tutto ciò riteniamo che i gruppi dirigenti che fin qui hanno guidato il partito con passione e onestà si dovrebbero concentrare sulle positività di queste premesse, aprendo un’autocritica che sia realmente radicale e priva di compromessi.
Invitiamo i gruppi dirigenti del partito e della giovanile ad una profonda riflessione e ad una pronta revisione degli esiti dei recenti organi dirigenti in cui sono emersi percorsi non soddisfacenti.
Invitiamo ad aprire spazi pubblici di discussione in ogni istanza territoriale e ad ogni livello, nella consapevolezza che solo ripristinando la funzione del partito come intellettuale organico sarà possibile uscire da questa difficile situazione.
Invitiamo infine tutti i compagni alla mobilitazione e alla lotta, ritrovando le energie necessarie per creare un ordine nuovo tanto indispensabile al nostro futuro. La nostra battaglia non si esaurisce all’interno del nostro cortile, ma coinvolge milioni e milioni di lavoratori che ogni giorno, in tutto il mondo, come noi, vincono e perdono battaglie, ma mai si arrendono. E si svolge nella Storia, attraverso un processo plurisecolare di liberazione dell’umanità da ogni oppressione e sfruttamento.
I comunisti hanno affrontato momenti ben peggiori, stretti nella caccia all’uomo durante il ventennio fascista in Italia, così come in altre epoche e altri luoghi. Sapremo uscire da questo periodo di empasse e dare il nostro contributo alla causa della classe lavoratrice, non italiana,ma di tutto il mondo.

(per aderire al presente documento-appello si può inviare una mail a peasyfloyd@hotmail.com e a slv_marcello87@hotmail.com, segnalando nome-cognome, circolo/federazione di provenienza ed eventuale carica dirigenziale)

FIRME
Alessandro Pascale (GC Milano), Marcello Silva (GC Monza), Stefano Biffi (GC Monza e Brianza), Gabriele Repaci (GC Milano, circoloDimitrov), Alessio Arena (GC Milano, circolo 24 Aprile ’45), Giovanni Bergamini (PRC Novate Milanese, circolo Steve Biko), Fulvio Lipari (GC Milano, circolo Pioltello), Francesco Delledonne (GC Milano, circolo 24aprile ’45), Marco Nebuloni (GC Lecco, coordinamento nazionale GC), Leonardo Cribio (GC Milano), Vittorio Fiori (GC Monza e Brianza), Chiara Pavan, Matteo Bollini (GC Monza e Brianza), Valerio Fiori (GC Monza e Brianza), Riccardo De Toni (GC Monza e Brianza), Alessandro Frighi (GC Monza e Brianza), Marco Iannone (GC Monza e Brianza), Claudio Rendina (GC Monza e Brianza), Jonathan Chiesa (GCMilano), Alberto Cattoni, Francesca Valente, Davide Migliaccio (GC, CPR Valle d’Aosta), Carmine De Meo (PRC, circolo Novate Milanese, tesoriere)

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