venerdì 17 maggio 2013

Grillo, un razzista qualunque di Luca Fiore, Contropiano.org

Grillo punta sempre più sull’elettorato spaventato dalla crisi e orientato su posizioni xenofobe. L’ultimo post sul suo blog parla alla pancia e sobilla le pulsioni più inquietanti dell’opinione pubblica quando avverte: “attenti allo straniero”.

Cos’è il razzismo? Attribuire dei fatti, degli eventi, delle caratteristiche di una o più persone a tutta la sua ‘razza’. E così se un immigrato ghanese fuori di testa esce in strada a Milano e prende a picconate i malcapitati passanti, il problema non è l’autore del gesto, ma diventa un popolo intero. I Ghanesi, perché Kabobo era ghanese, o per estensione meglio ancora tutti gli africani. O perchè no tutti gli stranieri.
E’ esattamente l’operazione che fa Beppe Grillo nel breve post pubblicato ieri sul suo (purtroppo) lettissimo blog. Un’operazione razzista da manuale, di quelle che raccolgono consensi trasversali ed entusiastici in una opinione pubblica sempre più spaventata da crisi, disoccupazione e mancanza di prospettive. E che piuttosto che arrabbiarsi e mobilitarsi contro chi li obbliga alla disperazione sociale preferisce prendersela con chi sta anche solo un po’ peggio, con chi ha qualche diritto in meno e quindi difficilmente si può difendere. E’ più facile che prendersela con i potenti, e meno rischioso, non c’è il pericolo di farsi male.
Qualcuno ha detto di Grillo che quando qualcuno insiste sul fatto che non è né di destra né di sinistra spesso è uno di destra. Non è un caso che sullo Ius Soli Grillo sia in compagnia di personaggi come Gasparri o Borghezio. Personaggi che non avrebbero saputo approfittare meglio di alcuni fatti di cronaca nera che hanno avuto per protagonisti alcuni immigrati.
D’altronde ieri sera, mentre il post razzista faceva il pieno di visite sul blog a cinque stelle, l’ex comico si avviava a tenere i suoi comizi negli ex feudi leghisti. Dove il suo movimento ha fatto già il pieno di voti alle scorse elezioni politiche, raccogliendo i consensi di decine di migliaia di ex leghisti in cerca di un approdo più sicuro ma altrettanto soddisfacente dal punto di vista delle pulsioni xenofobe e degli interessi di bottega. Per molti di questi ex leghisti non pentiti il nuovo leader non ha nulla da invidiare a quelli vecchi caduti in disgrazia, Senatur in testa. Ai loro occhi, grazie ad un’attenta opera di propaganda di Grillo, Casaleggio e del loro staff, il Movimento Cinque Stelle appare come una Lega all’ennesima potenza.
Quando parla di questi temi Grillo dimostra di avere nel suo Dna una visione del mondo e della società profondamente reazionaria. 
Che poi molti elettori progressisti scontenti dei partiti della sinistra allo sbando considerino entusiasticamente l’M5S una forza democratica se non addirittura antagonista è il trucco alla base del successo della creatura di Grillo. Che manda un giorno un messaggio di destra e il giorno dopo uno di sinistra, che è di destra su un tema e di sinistra su un altro, che è di destra in un territorio e di sinistra in un altro. Di modo che ognuno, in una società atomizzata, vede ciò che vuol vedere e sente ciò che vuol sentire, e così il movimento incassa successi su successi sfruttando l’ambiguità del proprio messaggio.

Di seguito, per chi non volesse andare direttamente sul blog di Grillo, il post razzista. In cui manca, ovviamente, ogni riferimento a episodi di cronaca nera simili a quello che ha avuto per protagonista il nero ‘sporco e cattivo’ richiamato nel titolo. Praticamente ogni giorno qualche folle ammazza moglie e figli in qualche località italiana, per non parlare di coloro che, in preda a un qualche raptus, scatenano la loro rabbia omicida nei confronti di ignari passanti. Sono fatti che hanno a che fare con ragioni psicologiche e psichiatriche, con un contesto sociale fatto di crisi e alienazione, e che vanno esaminati uno per uno, riportati alle condizioni specifiche che li generano.
Ma nell’economia del discorso razzista episodi simili vengono aggregati e valutati in maniera diversa. Amplificando quelli che hanno per protagonisti soggetti ‘stranieri’, nascosti quelli compiuti da italianissimi cittadini.
Quanti sono i Kabobo d'Italia? Centinaia? Migliaia? Dove vivono? Non lo sa nessuno.
Via Melzo, Milano, un cittadino portoghese originario dell'Angola, stacca a un passante un orecchio a morsi. Prosegue poi per Porta Venezia dove picchia una persona all'uscita dalla metropolitana. Sale su un convoglio e alla fermata di Palestro aggredisce a testate, calci e pugni un ragazzo. Risalito in superficie, raccoglie un mattone e lo tira in faccia a un sessantenne che portava a spasso il cane. Gli spacca il setto nasale e gli procura un vasto ematoma all'occhio. Viene arrestato e dopo un meserilasciato in libertà. Il pensionato lo ha rivisto nel suo quartiere e si è rifugiato in macchina. Il cane si è dato alla fuga.
Niguarda, Milano, un cittadino ghanese, già identificato per atti violenti, tra i qualil'aggressione alla Polizia a Bari-Palese insieme ad altri immigrati, e per questo incarcerato per sei mesi,uccide a picconate tre persone e ne ferisce altre tre. Kabobo, senza dimora, senza un lavoro, gira da tempo per l'Italia indisturbato.Kaboboaveva chiesto asilo politico dopo essere sbarcato a Lampedusa, nel 2011, status che gli era stato negato. Ma l’immigrato aveva presentato ricorso sul quale i giudici non si sono ancora pronunciati e pur irregolare non poteva essere espulso. Kabobo ha trascorso la notte prima dei delitti nei ruderi di villa Trotti,un'area abbandonata al centro del quartiere Niguarda. Era stato identificato il 16 aprile dai Carabinieri.
Castagneto Carducci, un senegalese,Ablaye Ndoye, spacciatore, è arrestato per l'omicidio di Ilaria, una ragazza di diciannove anni, picchiata durante un tentativo di stupro con tale violenza da farlasoffocare dal sangue delle ferite al setto nasale. Ablaye era irregolare con provvedimento di espulsione.
Tre casi diversi. Un comunitario portoghese che doveva (deve) stare in carcere, qui o al suo Paese, e comunque va reimpatriato. Un ghanese che doveva essere considerato sorvegliato speciale per la sua violenza. Un senegalese il cui decreto di espulsione non è mai stato applicato.
Chi è responsabile? Non la Polizia che più che arrestarli a rischio della vita non può fare. Non la magistratura che è soggetta alle leggi. Non il Parlamento, che ha fatto della sicurezza un voto di scambio elettorale tra destra e sinistra e ha creato le premesse per la nascita del razzismo in Italia.
Nessuno è colpevole, forse neppure Kabobo. Se gli danno l'infermità mentale presto sarà di nuovo un uomo libero.
Di queste poche righe intrise di luoghi comuni e di razzismo da quattro soldi le frasi peggiori sono quelle che mirano a instillare nel lettore l'ansia e la paura. Come quella che apre il post: "Quanti sono i Kabobo d'Italia? Centinaia? Migliaia? Dove vivono? Non lo sa nessuno". Ma come ha ricordato qualcuno in questi giorni riportando alla memoria l'episodio in cui, nel 2009, fu un italiano a prendere a martellate i passanti alla stazione di Palermo, fino a quando fu bloccato da alcuni 'extracomunitari', la follia non ha colore.

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