mercoledì 24 luglio 2013

Umbria Terra Sociale: intervista a Giuliano Corbucci di inceneritori zero

Giuliano Corbucci, ha iniziato a lavorare sui temi ambientali partendo dalla vicenda della discarica di Pietramelina, una discarica che il Comune di Perugia ha piazzato ai margini del suo territorio, riempendola per decenni di rifiuti. Giuliano è una delle figure che in questo momento in Umbria si impegna sul tema ambientale, è rappresentante del Comitato inceneritori Zero e sta portando avanti la raccolta di firme per la campagna rifiuti zero. Recentemente ha partecipato al secondo appuntamento di Umbertide di Umbria Terra Sociale.
Controlacrisi.org lo ha intervistato.

Rifiuti, discariche, inceneritori. Recentemente in Umbria il partito del cemento ha riaperto la partita per quanto riguarda i Css. La proposta in soldoni mi pare che sia quella di sfruttare i Css per bruciarli nei cementifici vero?
L' industria del cemento sta attraversando una profonda crisi che interessa tutta l'economia mondiale. Gli imprenditori del cemento negli ultimi anni forse si sono arricchiti più di altri, e per mantenere il loro tenore di vita cercano di inventarsi la maniera per garantirsi le stesse entrate pre crisi.Invece di utilizzare carbone dicono potremmo utilizzare rifiuti per produrre cemento. L' idea di bruciare rifiuti, se non erro è stata di Confindustria,le associazioni di categoria tutte dovrebbero fare interessi generali e non difendere quelli particolari. Costituire una filiera di Industrie per il trattamento di materiali da riciclare trasformandoli in materia seconda, potrebbe garantire buone entrate per gli imprenditori e stipendi dignitosi ai numerosi lavoratori assunti . Questo mi sembra una buona maniera di perseguire gli interessi generali. Bruciare rifiuti nei cementifici esistenti significherebbe emettere in atmosfera sostanze tossiche(diosiine metalli pesanti etc.) altamente cancerogene che aggraverebbero una condizione ambientale compromessa, in territori dove questi impianti sono presenti da decenni.
Ma la raccolta differenziata in Umbria non sembra aver raggiunto gli obbiettivi prestabiliti, per quale motivo?
Gran parte degli obiettivi prefissati nei Piani Regionali sono disattesi. Fin quando i comuni non pagheranno le penali per il mancato raggiungimento degli stessi forse non verranno mai raggiunti. Solo la serietà degli amministratori pubblici farà la differenza. Una totale gestione pubblica potrà garantire trasparenza e coinvolgimrnto totale dei cittadini per perseguire gli interessi generali in termini di minore inquinamento ambientale e minor costo per il servizio da attribuire ai cittadini. Pratiche ormai raggiunte da tutti quei comuni che hanno aderito alla strategia RifiutiZero.
Tu hai partecipato al percorso di Umbria Terra Sociale, un progetto dal basso che chiede di dare la terra a chi non lavora per generare servizi sociali a livello municipale, qual'è il tuo giudizio?
Il percorso Umbria terra sociale potrebbe se progettato bene diventare un vero e proprio laboratorio di socialità e condivisione di intenti. In questi ultimi anni la politica ha purtroppo asservito in maniera spregiudicata il modello capitalistico fondato su potere e denaro perseguibile con qualsiasi mezzo. Il caso ILVA insegna, imprenditori spregiudicati hanno devastato un vasto terrritorio ricoprendolo di ceneri e polveri, sostanze altamente tossiche e nocive alla salute umana. Il risultatoè stato che gli stessi hanno accumulato miliardi di euro,mentre gli operai e cittadini di Taranto, a centinaia si sono ammalati di tumore. Lo scompaginamento della letteratura medica non ha solo allertato i laboratori di ricerca che in maniera inconfutabile hanno evidenziato lo stretto legame tra inquinamento e malattie oncologiche, ma ad accorgersi sono stati gli stessi medici di base che continuano ad annoverare un numero sempre maggiore di malati di cancro tra i loro pazienti. Dobbiamo a mio avviso ricominciare a volare più in basso ponendoci una semplice domanda: quali sono i nostri bisogni primari per vivere? La risposta è: respirare bere e mangiare.Se è vero questo, ed è vero, come possiamo non ammalarci, se respiriamo aia inquinata beviamo acqua dove spesso vengono trovati metalli pesanti e sostanze nocive di ogni genere i cibi che mangiamo contengono dai pesticidi con i quali trattiamo frutta e verdura agli ormoni ed antibiotici con i quali ingrassiamo gli animali che alleviamo per alimentarci. Considerato ciò i terreni che verranno utilizzati dovranno diventare una fucina di idee trasformate in azioni ad impatto zero.I prodotti della terra dovranno essere coltivati secondo le più rigide pratiche di agricotura biologica. Le aziende dovranno auto sostentarsi con energia rinnovabile utilizzando sole e vento. Per anni lungo la valle del Tevere l'industria del tabacco ha garantito agli agricoltori buoni profitti, completamente azzerati dall'oneroso prezzo pagato in termini di inquinamento ambientale. La riconversione potrebbe essere fatta utilizzando la canapa che per la sua coltivazione non necessita ne di pesticidi ne delle grandi quantità di acqua che necessita invece una coltivazione intensiva di tabacco. L'industria edile e quella tessile potrebbero trovare in zona la materia prima coltivata a luopo.
Il percorso di Umbria Terra sociale si ega anche all'esperienza sperimentale di Capannori dato che prevede oltre all'utilizzo sociale della terra la possibilità d'interventi per ridurre gli imballaggi ed i rifiuti. Pensi che questi elementi possano trovare una sintesi?
Gli amministratori del comune di Capannori si sono prefissati, sin dal loro insediamento, l'obiettivo di affrontare a 360 gradi le problematiche ambientali legate all'acqua all'energia e rifiuti. Considerato che il moderno sviluppo neconomico ci porterà al 2050 a consumare le materie prime di due Pianeti, è necessaria una profonda riflessione per garantire le opportunità di sviluppo alle generazioni future.Dovrebbe prendere piede una economia circolare dove la materia prima utilizzata per costruire un prodotto possa essere reimmessa nel mercato al suo esaurimento. L'attuale economia lineare sta divorando 65 miliardi di tonnellate di materie prime all'anno. Si stima che nel 2020 ne occorreranno 82 tonnellate. Le industrie del riciclo non garantirannno solo occupazione negli anni a venire ma manterranno le preziose materie prime necessarie alla produzione inustriale.
Prossimi appuntamenti?
Stiamo lavorando per organizzare un mercatino del riuso dove indumenti del nostro guardaroba invece di essere buttati in discarica potrànno trovare un nuovo utilizzo.

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