venerdì 27 settembre 2013

Stabat Papi doloroso … Di ilsimplicissimus


padre_nobile_1239055Possiamo mai permettere che si dimettano i parlamentari del Pdl che al 99 percento sono tirapiedi e scalzacani? Potremmo mai consentire che Silvio non dorma la notte, anche se parrebbe che non lo facesse nemmeno al tempo delle cene eleganti? Possiamo obbligare Napolitano a verificare e riflettere con tutte le conseguenze del caso pure sul sistema simpatico che anch’egli stranamente possiede? Man mano che si avvicina il voto al Senato sul cavalier Evasore, man mano che la polvere messa sotto al tappeto dal Letta Letta al gusto di menta quotidiana, la drammatizzazione per la salvezza di Berlusconi assume ritmi e riti incalzanti.
A mezzo tra farsa e la lauda liturgica… Stabat Papi doloroso… la rappresentazione è davvero interessante come forma letteraria della politica. Anche perché la verità sul reale stato del Paese, nascosta fino a dieci giorni fa e anzi mischiata alla polverina di un ottimismo stupefacente, finalmente emerge, ma solo per essere usata come strumento di menzogna, cioè per facilitare la salvezza di Silvio con la scusa che adesso è imperativo non mettere a rischio il governo. Sono due anni che è necessario e sono gli stati gli anni peggiori dal dopoguerra, ma mica ci faremo scrupoli per questo insignificante particolare.
Da parte sua il Cavaliere finge di prepararsi elezioni, fa la parata con i cannoni mediatici di vent’anni fa, ben sapendo che i pennacchi e le minacce servono solo per indurre alla clemenza e soprattutto per costruire anticipatamente un alibi al possibile cedimento del Pd, non nelle posizioni ufficiali, ma nel segreto dell’urna. Anche perché le dimissioni di massa sono una pura fantasia, non esistono, le dimissioni sono sempre individuali e vanno esaminate e votate una per una: con i tempi della politica faremmo in tempo ad arrivare alle prossime elezioni. La fuga in avanti mette solo in imbarazzo Napolitano spintonato a cercare una soluzione, peraltro non lontana dai suoi auspici purché siano salve le larghe intese.
Del resto cosa potremmo aspettarci di meglio in un Paese nel quale all’amministratore delegato di una delle grandi imprese  residue viene consentito di sostenere che non sapeva nulla della vendita dell’azienda, di averlo appreso dai giornali, senza essere sommerso da pernacchie? In realtà l’Italia è come il set del video messaggio berlusconiano, con i libri a metro che al massimo potrebbero servire per qualche stravagante pratica erotica e con le foto dei figli rivolte alla telecamera e non verso il soggetto che si suppone debba guardarle: una accorata voglia di mentire e di mentirsi.

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