martedì 12 novembre 2013

La fiera dell’ultima spiaggia di Il Simplicissimus

stefano-fassina-francesco-236263Mentre Boccia , in comunione spirituale e carnale col Pdl degli speculatori, si da da fare per svendere le spiagge italiane, come avverrebbe di fatto prolugando le concessioni a messi secoli, Fassina dice no all’aumento dell’area no tax fino ai 12 mila euro perché – senti senti – favorirebbe i ricchi e il Pdl se ne esce fuori con la Tuc destinata a sostituire le tasse sulla casa e sui servizi appena ideate. E inutile sottolineare la confusione che regna in un sistema politico dove l’ eclissi del capocomico o bestia nera a seconda dei punti di vista, sta disgregando una costruzione che bene o male si è retto sulla pietra angolare del berlusconismo. Lasciando sul terreno solo gli interessi “particulari” e l’affaristica politica come residuo tossico.
Lo si vede anche dall’indistinzione tra proposte che vengono da destra e sinistra, tanto che se non conoscessimo già l’appartenenza ufficiale dei promotori di questo o di quel provvedimento, sarebbe impossibile dedurla da ciò che essi dicono e prospettano. Di fatto con la decadenza in senso lato del Cavaliere si scopre che si è vissuti in un “bipolarismo unificato” nel quale alle dure parole sono sempre seguiti morbidissimi compromessi e accordi di sostanza. Ovvio che una volta marginalizzato il duce del ventennio si sfaldino le ragioni che hanno portato al Pd e al Pdl, che il castello si sgretoli e ci si trovi con una classe dirigente del centro sinistra, ampiamente spostata verso destra e pronta ad essere protagonista della rifondazione democristiana.
Parrebbe che l’unica strada possibile per questo sistema politico sia un ritorno al passato, dove l’unica novità si concreterebbe con una scomparsa della sinistra. Inevitabile quando il piddino di destra Boccia vuole sdoganare una concessione eterna delle spiagge, soprattutto alle grandi compagnie internazionali del turismo, dicendo che gli “operatori” hanno bisogno di tempi lunghi per programmare l’attività. Ma andiamo: oggi le previsioni che vanno oltre i cinque anni sono prive di senso ed è davvero curioso che una delle attività più convenzionali abbia bisogno di interi decenni, mentre quelle più dinamiche che avrebbero davvero necessità di tempo e progetti di lungo respiro sono impiccate ai report trimestrali. Dicci semplicemente che vuoi svendere le spiagge come un berlusconiano antemarcia, che lo vuoi fare per davvero quattro soldi e mucchela lì. Qualcuno sarà riconoscente, ne sono certo.
Inevitabile quando un piddino di sinistra (si fa per dire ovviamente) come Fassina dice che aumentare il tetto della no tax area avvantaggerebbe i ricchi. Ma dai, possibile che uno ci voglia vendere questa fesseria? Visto il meccanismo degli scaglioni Iperf qualsiasi taglio fiscale avvantaggia anche i ricchi. Solo che per il 10 per cento della popolazione si tratta di spiccioli, mentre per il 50 per cento si tratta di risorse vitali. A parte che sarebbe semplice aumentare leggermente la tassazione sugli scaglioni per recuperare il buco a imposte invariate. Ma vedete il fatto è che questa incredibile balla di Fassina ha un altro obiettivo: evitare che la no tax area divenga il nucleo aggregante attorno al quale si potrebbe far strada l’idea di un reddito minimo o di cittadinanza.
A me pare evidente che qui non si tratta più di tattiche e di manovre o di necessità, ma proprio dell’incapacità di uscire fuori dagli schemi comuni dentro i quali si è andati avanti per anni. E mentre la situazione in cui versa il Paese richiederebbe rigore vero e insieme fantasia, questi continuano a suonare l’organetto di strada di un comune sentire di casta e di clan ormai lontano dalla realtà. Ecco perché assistiamo a questa fiera della stabilità che sembra un mercatino delle pulci, solo pieno di falsi e di edizioni tascabili della cattiva coscienza.

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