mercoledì 29 gennaio 2014

Legge elettorale: la sinistra dovrebbe difendere il proporzionale di Enrico Grazzini, Il Fatto Quotidiano




E’ colpa grave anche della cultura maggioritaria diffusa dalla quasi totalità della sinistra italiana (Sinistra Ecologia e Libertà e la sinistra del Pd) se Berlusconi e Renzi hanno potuto concordare il Porcellum2, cioè un progetto di legge elettorale truffa falsamente proporzionale e invece fortemente maggioritario. L’autocritica non guasterebbe. Invece hanno fatto bene i militanti grillini ad approvare (finalmente!) il sistema proporzionale con il loro referendum via Internet. Il sistema proporzionale è l’unico in grado di rappresentare veramente gli elettori. Non a caso il Parlamento europeo è eletto con il sistema proporzionale. E l’Italia ha conosciuto il miracolo economico degli anni ’50-60 anche grazie al proporzionale.
Il sistema proporzionale è sempre stato storicamente il principio assoluto della sinistra da quando è nata. Cambiare questo principio significa tradire la base della democrazia. Nella storia dell’occidente la sinistra socialista e comunista ha sempre sostenuto l’utopia democratica egualitaria: tutti, ricchi e poveri, donne e uomini, contadini e proprietari terrieri, istruiti e analfabeti, operai e capitalisti, devono avere pari diritto di voto e devono essere rappresentati alla pari. Mentre il principio maggioritario e i collegi uninominali, nati nella monarchica Gran Bretagna, sono sempre stati promossi dalla destra storica. Infatti il maggioritario, come dice la parola, crea e rafforza le maggioranze schiacciando le minoranze.
Sinistra, Ecologia e Libertà ha finora puntato sul Mattarellum, una legge elettorale maggioritaria e basata prevalentemente su collegi uninominali. I parlamentari di Nichi Vendola hanno proposto il Mattarellum perché dà un grande peso parlamentare alle minoranze che, come Sel, possono fare la differenza per fare prevalere gli alleati maggiori nella competizione elettorale. Ma è sbagliato cedere sui principi di base della democrazia per motivi di bassa tattica elettorale e per potersi alleare a tutti i costi con il centrosinistra di Renzi.
Non è neppure possibile difendere la cultura del maggioritario in nome della governabilità. In nome della governabilità il Pd ha addirittura prospettato il presidenzialismo – vedi la Bicamerale D’Alema-Berlusconi e le dichiarazioni di Veltroni favorevoli al semi-presidenzialismo -, che è una forma di governo essenzialmente plebiscitaria e autoritaria perché concentra il potere nell’esecutivo. La cultura della governabilità a tutti i costi ha pervaso il centrosinistra ma è sostanzialmente anti-democratica. La governabilità è necessaria, ma va perseguita per via politica senza truccare i meccanismi elettorali. E neppure la giustificazione della governabilità regge alla prova dei fatti. Con l’ultramaggioritario Porcellum1 (il Porcellum2 è quello di Renzi) Berlusconi non è riuscito a governare perché le contraddizioni politiche si sono riflesse in una maggioranza forzata e falsa. Mentre con il proporzionale è del tutto possibile governare bene, come quasi tutti gli illustri politologi nostrani si sforzano invece di nascondere. La prova del nove è data dal fatto che la stragrande maggioranza dei paesi europei è governata con sistemi proporzionali. Germania, Grecia, Svizzera, Spagna, Svezia, Norvegia, Finlandia, Islanda, Danimarca, Olanda, hanno un regime proporzionale, puro o misto, e hanno anche governi stabili.
Il mito della governabilità decisionista è iniziato con la Trilaterale e con le sue ricette ultra conservatrici del 1975 relative alla “crisi della democrazia”. La Trilaterale, dopo le rivolte degli anni 60-70, predicava che la società esprimeva domande troppo complesse e avanzate, e che quindi bisognava rafforzare l’esecutivo a scapito della rappresentatività democratica. Questa sirena ha trovato facile ascolto anche nella sinistra italiana. Purtroppo molti di Sel si lamentano perché con questo sistema con elevato sbarramento per i partiti minori il loro voto collegato al centrosinistra renziano non porterebbe poi i loro uomini ad avere dei seggi in Parlamento. Il vero problema è però soprattutto un altro. Il principio di rappresentanza è un principio democratico di base ribadito recentemente dalla Corte Costituzionale (che Renzi ha infatti criticato) che non può assolutamente essere derogato per tattiche elettorali. In nome del proporzionale è necessario contrastare il sistema anti-democratico proposto da Renzi, promuovendo anche un referendum abrogativo se questa legge dovesse passare.

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