lunedì 31 marzo 2014

È già ieri (Marco Travaglio).


RenziNel film È già ieri del 2004, Antonio Albanese interpreta un divulgatore televisivo condannato a svegliarsi ogni mattina e a rivivere esattamente ciò che aveva vissuto il giorno prima. Stesso destino tocca agli italiani che leggono i giornali o guardano i telegiornali attivando la funzione “memoria”. Qualunque notizia o annuncio lascia addosso la fastidiosa sensazione di averlo già visto, letto o sentito. Il Corriere titola: “Stretta sui manager pubblici. Dal 1° aprile taglio agli stipendi”. E Repubblica : “Da aprile tetto agli stipendi dei manager”. E La Stampa: “Arriva la stretta sui manager di Stato”. E l’Unità: “Ecco il ‘tetto’ agli stipendi dei manager pubblici”. Retrogusto di déjà vu. Infatti il 31-21-2012, regnante Monti, Repubblica avvertiva: “Manager pubblici, tetto agli stipendi senza deroghe. Retribuzioni non oltre i 310 mila euro”. E il 29-2-2012 il Corriere comunicava: “Maxi stipendi dei manager, tetto sui contratti futuri”. Quale sarebbe dunque il tetto di Renzi ai manager già sottoposti al tetto di Monti? Un tetto sul tetto? Un sottotetto mansardato? Un soppalco? Mistero. 
Intanto La Stampa anticipa il “piano di Alfano per recuperare 400 agenti” (infatti vuole tagliare 200 presìdi di polizia): “Giro di vite al Viminale. La scorta sarà data solo a chi rischia davvero”. Ma Alfano era ministro dell’Interno anche nel governo Letta, partito 11 mesi fa. Dunque ci sta dicendo che per quasi un anno ha dato la scorta a gente che rischiava per finta? E a chi, e con quali criteri, e perché? Il libro La Casta di Stella e Rizzo, che fra l’altro segnalava gli sperperi di denaro pubblico per auto blindate usate come status symbol dai papaveri e dalle loro signore per fare la spesa col lampeggiante e accompagnare i figli a scuola senza cercare parcheggio, è uscito nel 2007: quindi, dopo sette anni di solenni promesse di tagli, il Viminale si sveglia nel 2014? Può darsi, come dice Renzi, che l’Italia sia infestata da “un esercito di gufi e rosiconi che spera che l’Italia vada male”: ma non sarà che, più semplicemente, qualcuno ha conservato un pizzico di memoria e, come San Tommaso, crede solo se vede? Prendiamo la riforma del mercato del lavoro: a parte il nome pittoresco (“Jobs Act), si parla di svuotare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori per aumentare la “flessibilità” e dunque il precariato in vista dell’auspicato calo della disoccupazione. Oh bella, ma l’articolo 18 non l’aveva già cambiato la Fornero? E la flessibilità non è la parola d’ordine degli ultimi cinque governi, dalla legge Treu del ’97 alla Maroni (detta abusivamente “Biagi”) del 2002 alla Fornero del 2012? I risultati si sono visti: disoccupazione ai massimi storici e zero nuovi posti di lavoro. Andiamo avanti così? 
Prendiamo gli F-35, che l’Italia scelse di acquistare dall’americana Lockheed grazie ai governi D’Alema e Berlusconi (che ora si dice “contrario da sempre”). Due anni fa Renzi, ancora sindaco di Firenze, tuonava: “Non capisco perché buttare via così una dozzina di miliardi per gli F-35(6-7-2012). Gliel’ha poi spiegato Obama l’altro giorno. L’attuale ministra degli Esteri Mogherini invocava “la consistente riduzione del numero di F-35 da ordinare” (15-2-2012). E Bersani: “Vanno assolutamente riviste e limitate le spese militari degli F-35, le nostre priorità sono altre: non i caccia ma il lavoro” (22-1-2013). Il 19-3-2014 la ministra della Difesa Pinotti annunciava: “Abbiamo sospeso i pagamenti, facciamo una moratoria, di fronte alle preoccupazioni si può vedere se è il caso di ridimensionare”. L’altroieri, ricevuti gli ordini da Obama, riecco la Pinotti: “I militari stiano sereni, non ci saranno passi indietro”. 
Chi ricorda queste cosucce è un gufo, un rosicone, o una persona sensata? Per completare il déjà vu, ci sarebbe poi l’arresto di Previti: ma come, non l’avevano già arrestato nel 2006, salvo poi salvarlo con l’indulto? Sì, ma quello era Cesare, lo zio di Umberto. È l’unica novità di giornata, peraltro in linea con la “staffetta generazionale” auspicata dalla ministra Madia: prepensionare i vecchi per liberare le celle ai nipoti.
Da Il Fatto Quotidiano del 30/03/2014.

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