venerdì 21 marzo 2014

L’Italicum? Una legge elettorale “aberrante”

PERUGIA - L’Italicum? Una legge elettorale “aberrante”. Di più “Un Porcellum al quadrato, che priva i cittadini dei diritti e della democrazia rappresentativa”. Al Caffè di Perugia si discute di questo, grazie all’incontro organizzato dall’associazione Umbrialeft. All’assessore regionale Stefano Vinti spetta l’introduzione. Al professor Mauro Volpi, docente di Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Perugia, il compito di andare nel dettaglio per tentare di dipanare le nebbie, densissime, che si sono asserragliate attorno alla “nuova” legge elettorale. E si parte da un punto: il patto Renzi-Berlusconi.
La definizione è: “scambio di convenienze”. Il segretario Pd e attuale premier “ottiene – secondo Volpi – il ballottaggio di coalizione”. Berlusconi, invece, “prende molto di più: una soglia bassa per il premio di maggioranza, le liste bloccate e le soglie di sbarramento elevatissime”. Da qui al “presidenzialismo senza contrappesi il passo è breve”. Nel mezzo, “la personalizzazione dello scontro politico e una via per minare la Costituzione” sotto il vessillo “dell’uomo al comando che decide tutto”.
O, per dirla come l’assessore Vinti, “una feroce riduzione dei livelli democratici in Italia”. Dal Parlamento al taglio dei consigli comunali e quelli regionali, che “rischia di togliere voce diretta e rappresentanza politica ai territori”. Sullo sfondo un passaggio a tappe forzate “dalla democrazia rappresentativa all’egemonia della governabilità, per approdare alle scelte affidate e delegate a organi ademocratici. Mai eletti e mai e poi mai espressione dei cittadini”. Per di più, rincara Vinti, “assistiamo costantemente allo svilimento del nostro Parlamento”. Un esempio? “La lista delle raccomandazioni di Draghi. Dico, scherziamo? Ha deciso lui cosa deve fare l’Italia. Non i nostri politici”. E poi l’Italicum, tra premi di maggioranza e preferenze. Così “il cittadino non sceglie più”, spiega Vinti.
E ancora: “E’ la volontà del sistema liberista. La volontà di togliere diritti civili e democratici”. Perché, a dirla tutta e con le parole di Volpi, “una legge elettorale l’abbiamo già. E’ quella designata dalla Corte Costituzionale quando ha bocciato il Porcellum, che tra l’altro è un insulto all’intelligenza degli italiani, le liste bloccate e i premi di maggioranza. La legge proposta è un proporzionale, non puro come dicono tutti, a una sola preferenza e la soglia di sbarramento al 4%. Ma la volontà di una certa politica è quella di sacrificare tutto per arrivare a un presidenzialismo senza contrappesi, che permetta a un uomo solo di fare quello che vuole.
E allora si inventano premi per la coalizione che arriva al 37%, tali da permettere di ottenere il 54% dei seggi. E soglie di sbarramento differenziali, elevatissime: l'8% se ci si presenta da soli; il 4,5% se in coalizione; mentre la coalizione dovrà raggiungere almeno il 12% dei voti. Per non parlare delleliste bloccate e il possibile ballottaggio tra coalizioni”. Morale: “Il voto di milioni di italiani sarà un voto di serie B. Un voto che varrà la metà di quello che sarà andato ai vincitori”. Il paradosso: “Con il 25% dei voti, contando anche l’astensione, si potrà avere la maggioranza assoluta. Maggioranza, spiega Volpi, che permette di fare quasi ogni cosa. E se poi ci sarà il ballottaggio il dato scenderà ancora di più”. Come Calvino, insomma. Solo che di dimezzato con c’è un visconte. Ma la democrazia.

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