martedì 18 marzo 2014

Un mondo fatto su misura di chi ha spento il cervello di Matteo Pucciarelli

C’è qualcosa nell’aria che respiriamo, o forse nel cibo che mangiamo, che ci ha fatto diventare così cinici e insensibili? Così poveri di prospettiva, così arrendevoli, così drammaticamente pragmatici (se va bene) e così drammaticamente codardi (se va male)?
Ieri un articolo su Repubblica di Enrico Franceschini riportava una statistica che meriterebbe di essere stampata e appesa ovunque: in camera da letto, sui muri degli asili, degli ospedali, in metro, più che altro nel cervello. In Inghilterra il patrimonio di cinque persone (contatele: stanno in una mano) vale quanto quello di 12,6 milioni (milioni…) di persone. Cinque esseri umani contro 12,6 milioni di esseri umani. Non occorre essere comunisti per ritenere un’ingiustizia inammissibile in natura una disuguaglianza così sfacciata. Eppure è normale: cosa ci vuoi fare? Eh, dimmi, cosa ci vuoi fare? Bisogna far quadrare i conti sai? Ti incazzi? Maddai.
Su Repubblica di oggi Jenner Meletti racconta invece della crociata dei sindaci “di sinistra” di Padova, Venezia e Treviso. Contro chi? Contro gli accattoni. I poveracci insomma, quelli che vengono a chiedere lo spicciolo mentre stai al bar con gli amici. «Tuteliamo chi è indifeso dalle molestie di chi chiede con troppa insistenza». A furia di raccontarci che il male da sconfiggere era non la ricchezza sfrontata ma la povertà, ed essendo stati incapaci di riuscirci, ci siamo arresi: la ricchezza sfrontata è rimasta lì, ma in compenso con i poveri ci siamo accaniti.
Viene da pensare che questa tanto decantata e impellente modernità sia in realtà un processo collettivo di atrofizzazione delle coscienze. Non c’è più giustizia né idealità: solo un immenso e legalizzato si salvi chi può. Un ritorno agli istinti peggiori della specie. Un me ne frego liberatorio, perché il mondo fa talmente schifo che conviene accettarlo così com’è.
Forse è pure comprensibile, l’egoismo è un fatto di natura. Ma non è neanche intelligente. Perché a fronte di cinque salvati ci sono 12,6 milioni di sfigati. Basterebbe fare un calcolo delle probabilità: quante possibilità ha mio figlio – il figlio di chiunque – di nascere sul fronte “salvezza”? L’impegno (piccolo, grande, fondamentale o inutile che sia) per un’altra società non è solo giusto: è anche conveniente per se stessi. Troppo difficile da spiegare in un mondo fatto su misura di chi ha spento il cervello.

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