martedì 20 maggio 2014

Casa, il governo Renzi va alla guerra contro i poveri



La Camera vota la fiducia sul «Piano Lupi», oggi il voto finale. L’articolo 5 del decreto taglierà luce, acqua e gas alle occupazioni abitative nel paese. Tasi, dopo il caos c’è la beffa: secondo uno studio della Uil è più cara dell’Imu. Il tesoro proroga a settembre la tassa per i comuni in ritardo
Ieri la Camera dei Depu­tati ha votato un atto ven­di­ca­tivo con­tro cen­ti­naia di occu­pa­zioni abi­ta­tive in tutto il paese. Tre­cen­to­ven­ti­quat­tro depu­tati del Pd, Ncd e Scelta Civica con­tro i 110 di M5s, Lega Nord, Sel e Forza Ita­lia hanno con­cesso la decima fidu­cia al «Piano Lupi» del governo Renzi sull’emergenza abi­ta­tiva che all’articolo 5 pre­vede di tagliare luce, acqua e gas a chi occupa un immobile.
Il prov­ve­di­mento che incas­serà il voto finale oggi a Mon­te­ci­to­rio (alle 12,30 le dichia­ra­zioni di voto) lan­cia una guerra con­tro almeno 10 mila poveri urbani, ita­liani e immi­grati che solo a Roma vivono in alber­ghi, scuole, uffici abban­do­nati, resi­dence o sedi di aziende pub­bli­che abban­do­nate. A que­ste per­sone verrà anche vie­tata la resi­denza e verrà inflitta una dispo­si­zione con la quale si sta­bi­li­sce la nul­lità degli effetti degli atti emessi in vio­la­zione della nuova nor­ma­tiva. «Una deci­sione presa da un governo inci­vile in un paese inci­vile», così l’ha defi­nito il por­ta­voce del Coor­di­na­mento cit­ta­dino di lotta per la casa.
I movi­menti per il diritto all’abitare si sono nuo­va­mente radu­nati ieri in un pre­si­dio a Piazza Mon­te­ci­to­rio. Verso le cin­que e mezzo la piazza ha comin­ciato a scal­darsi. Dopo la prima chiama in aula, la piazza cir­con­data da un ingente schie­ra­mento di agenti di poli­zia e cara­bi­nieri, è in fibril­la­zione: «Renzi vat­tene», «Ver­go­gna, ver­go­gna», «Le case ci stanno per­ché non ce le danno?». Alla noti­zia della fidu­cia, poco prima delle otto, sale la disil­lu­sione, poi scop­pia la rab­bia: «Ma come? — urla dispe­rata una donna — Noi sem­pre qua a mani­fe­stare, a chie­dere incon­tri e rispo­ste, e poi invece di una casa ci danno l’articolo 5? Niente resi­denze e gas, luce e acqua? E dove andiamo a vivere, come viviamo? I nostri figli senza resi­denza dove li man­diamo a scuola?». Una piog­gia di uova parte diretta verso la fac­ciata del Palazzo. La poli­zia, ner­vosa, impu­gna scudi e manganelli.
Ma il pre­si­dio si tra­sforma, ful­mi­neo, in un cor­teo. In cen­ti­naia si diri­gono verso piazza Vene­zia. Bloc­cano il traf­fico. A passo veloce arri­vano al Colos­seo dove c’è un blitz. Men­tre sui Fori Impe­riali ini­zia un’assemblea sul piano Lupi, qual­cuno si arram­pica sulle impal­ca­ture del Colos­seo, espo­nendo lo stri­scione giallo che ha aperto tutti i cor­tei degli ultimi giorni: «Libe­riamo Roma dai divieti, dalla ren­dità e dalla pre­ca­rietà». Paolo Di Vetta dei Bloc­chi pre­cari metro­po­li­tani) annun­cia la resi­stenza al decreto: «Faremo riman­giare ad Alfano il piano sicu­rezza. Occu­pe­remo l’Anagrafe, l’Acea, i Muni­cipi, non faremo un passo indie­tro. Dovranno pas­sare sui nostri corpi quando toglie­ranno acqua, luce, gas a tante fami­glie di Roma. Hanno appena votato un testo che uccide il diritto alla casa nel nostro paese, così come il governo Renzi ha già fatto con il Decreto Poletti sul lavoro».
Il piano Casa con­tiene il via libera alla cedo­lare secca al 10% per gli affitti nei comuni col­piti da cala­mità natu­rali, inter­venti di edi­li­zia sociale ad hoc per gli over 65, una clau­sola di riscatto nel con­tratto di affitto per gli alloggi sociali. Ven­gono pro­ro­gati i bene­fici per gli inqui­lini con un con­tratto di affitto in nero e ven­gono stan­ziati 325 milioni di euro in più per il Fondo per gli inqui­lini morosi incolpevoli.
Come d’abitudine, anche in que­sto prov­ve­di­mento sono con­fluite norme tra le più diverse. C’è un bonus per mobili ed elet­tro­do­me­stici che esten­derà lo sgra­vio entro un tetto di 10 mila euro. Ci sono inol­tre 25 milioni per il comune di Milano per l’Expo 2015 presi con un taglio ai fondi per la sta­bi­liz­za­zione dei pre­cari della pub­blica ammi­ni­stra­zione. Una deci­sione che pro­vo­cherà pole­mi­che. La guerra ai poveri del governo Renzi è tut­ta­via uno degli aspetti dei pro­blemi che la casa sta producendo.
Sul fronte della Tasi
L’altro fronte è quello della Tasi. Dopo il caos, ora è il turno della beffa. In uno stu­dio della Uil, infatti,si apprende che in 12 su 32 capo­luo­ghi la Tasi pre­sen­terà un conto salato. A Roma, e poi a Genova, Milano, Torino verrà supe­rata quota 400 e sarà più cara dell’Imu. Un aggra­vio che con l’aumento della Tari e delle addi­zio­nali comu­nali rischia di neu­tra­liz­zare il bonus Irpef da 80 euro. Per i pen­sio­nati, i disoc­cu­pati e i pre­cari la situa­zione peg­gio­rerà ancora, aumen­tando il carico fiscale.
Nei Comuni che non avranno deli­be­rato entro il 23 mag­gio le ali­quote, la sca­denza per il paga­mento della prima rata della Tasi è stata pro­ro­gata da giu­gno a set­tem­bre dal governo. Per tutti gli altri Comuni — si è letto in una nota dif­fusa nella serata dal Mini­stero dell’Economia — la sca­denza per il paga­mento della prima rata della Tasi resta il 16 giugno.
Una solu­zione che il sin­daco di Torino, e pre­si­dente dell’Anci, Piero Fas­sino ha tro­vato sod­di­sfa­cente: «Garan­ti­sce cer­tezza sia per i Comuni sia per i contribuenti».

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