martedì 23 settembre 2014

1914-2014. CONTINUA LA GUERRA DEL CAPITALE CONTRO IL LAVORO di Sebastiano Isaia

0XILJTdL’uomo, l’uomo, l’uomo!
L’uomo si serve degli elaboratori
per migliorare il mondo in cui si vive.
Percentuali di particelle solide
presenti nell’atmosfera; tutti i
dati raccolti sono trasmessi
all’elaboratore.
Gli elaboratori hanno per sorte
di aiutare l’uomo a vincere la morte.
Lucio Dalla, Anidride Solforosa
Rovigo, quattro operai morti per esalazioni chimiche. Due sono feriti in modo grave.
Intanto il Presidentissimo Giorgio Napolitano invoca una rivoluzione in materia di lavoro. Dalla Silicon Valley, il centro nevralgico del Capitalismo ad altissima composizione organica degli Stati Uniti (e non solo), il Premier italiano rilancia: Ci vuole una rivoluzione e «una scossa violenta» per dare nuova speranza a milioni di lavoratori senza tutele, ai giovani precari e ai disoccupati. Qualche giorno fa il Fondo Monetario Internazionale e altri organismi economici internazionali sostenevano la necessità in Italia di una – «non più procrastinabile» – rivoluzione nella struttura del mercato del lavoro e nella legislazione sul lavoro. «Ma se sono tutti d’accordo, perché non la fanno davvero questa benedetta rivoluzione?», si chiede oggi ironicamente Alessandro Sallusti.
E i lavoratori? Che dicono i lavoratori dinanzi a tutto questo ben di Dio “rivoluzionario”? Passiamo alla domanda di riserva? Oggi non ne ho! E soprattutto non riesco a cacciare via dalla testa (Dio solo sa perché!) quel che scrisse Marx commentando la sanguinosa repressione dell’insurrezione parigina del giugno 1848: «Il proletariato non aveva al suo fianco altro che se stesso» (Il 18 Brumaio di Luigi Napoleone).

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