venerdì 21 novembre 2014

Basta tagli agli enti locali. Serve la patrimoniale

di Luciano Della Vecchia* - Sono sette anni che i governi tagliano le risorse destinate agli enti locali. Tagli che non solo umiliano il ruolo di quest’ultimi, ma che stanno mettendo a rischio i servizi essenziali forniti alla cittadinanza. Renzi sta continuando ad attuare le stesse politiche. Peggio. Il Parlamento stesso è stato di fatto esautorato dal  ruolo di indirizzo e mediazione sulla manovra economica. Se il Governo non darà agli enti locali le risorse necessarie per svolgere le funzioni assegnate l’amara alternativa rischia di essere il taglio dei servizi o l’aumento della tassazione locale. Tutto è accentrato nelle mani del Governo che non sembra per niente sensibile a quello che succede nel Paese reale, all’aumento delle fasce di povertà, alla crisi economica e sociale devastanti. A leggere attentamente il Jobs Act poi si scopre che uno dei principali esiti a scapito dei lavoratori sarà la liquidazione del contratto nazionale di lavoro, nato per difendere l’universalità dei diritti democratici e la quota salari del Pil che va ai lavoratori rispetto a quella che va ai profitti e alla rendita finanziaria e immobiliare. Una quota che in 20 anni è diminuita di sette punti: si tratta di 100 miliardi di euro che andranno nelle casse dei ricchi possessori di patrimoni aumentando le disuguaglianze sociali provocate dalla crisi economica. E non sembra che il governo Renzi sia particolarmente attivo nella lotta per recuperare una fetta dei 180 miliardi di evasione fiscale o un’altra fetta dei 550 miliardi di tributi non riscossi; così si continua ad esportare capitali in Svizzera o nei paradisi fiscali tipo Cayman, tutti soldi sottratti all’economia e allo sviluppo del Paese. Servono investimenti, non chiacchiere, per rilanciare l’economia e difendere lo stato sociale. Si stima che la ricchezza liquida delle famiglie italiane al netto di attività sia pari a 2400 miliardi di euro. Il 47,5 % di questa cifra, 1.130 miliardi, è posseduto dal 10 % delle famiglie italiane. I veri ricchi. Sarebbe sufficiente una patrimoniale, un prelievo una tantum pari al 10 % su questa fascia per ottenere un gettito di entrate per lo stato di 113 miliardi di euro uguali a sette punti percentuali di Pil.  Una cifra che non solo garantirebbe i servizi forniti dagli enti locali, ma servirebbe a dare la scossa necessaria per il rilancio dell’economia e dell’occupazione. Operazione non certo difficile, basterebbe la volontà politica e l’autonomia del governo dai poteri forti, non le cene a 1000 euro.
*Direzione Nazionale di Rifondazione comunista

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