lunedì 22 dicembre 2014

L’Aquila, arrestati 14 neofascisti. Piani per ‘azioni violente contro istituzioni’di Luca Fiore

Italia: operazione contro gruppo fascista clandestino, 14 arresti
Un gruppo clandestino che puntava alla ricostituzione di Ordine nuovo è stato smantellato questa mattina dalla procura della Repubblica dell’Aquila. Durante l’operazione, denominata "Aquila nera", e condotta in diverse regioni d’Italia dal Ros del carabinieri, sono state arrestate finora quattordici persone mentre altre trentuno sono indagate e sarebbero ancora in corso perquisizioni in diverse regioni italiane.
Gli arresti e le perquisizioni sono stati compiuti a L'Aquila, Montesilvano, Chieti, Ascoli Piceno, Milano, Torino, Gorizia, Padova, Udine, La Spezia, Venezia, Napoli, Roma, Varese, Como, Modena, Palermo e Pavia.
A firmare il provvedimento è stato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di L'Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, a seguito di un'inchiesta realizzata dalla procura distrettuale antimafia dell'Aquila nei confronti di un'associazione clandestina denominata "Avanguardia Ordinovista" che, "richiamandosi agli ideali del disciolto movimento politico neofascista "Ordine Nuovo" e ponendosi in continuità con l'eversione nera degli anni '70, progettava azioni violente al fine di sovvertire l'ordine democratico dello Stato". L’accusa nei confronti degli arrestati e degli indagati è di associazione terroristica finalizzata all’incitamento alla discriminazione per motivi razziali, etnici o religiosi, associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell'ordine democratico. L’organizzazione, secondo gli inquirenti, progettava azioni violente nei confronti di obiettivi istituzionali, tentando di reperire armi attraverso rapine o sul mercato internazionale.
Nei progetti del gruppo clandestino, affermano gli inquirenti, uccidere alcuni politici "senza scorta" con un'azione simultanea, assassinare magistrati, far saltare le sedi di Equitalia con il personale dentro, piazzare bombe nelle stazioni ferroviarie, nelle prefetture e nelle questure.
I componenti del gruppo terroristico attivi in Abruzzo, dove l'inchiesta è partita, progettavano di uccidere Pierferdinando Casini e Gianni Chiodi (presidente della Regione per il centrodestra fino alle elezioni della scorsa primavera).
In particolare, le indagini rilevano come il gruppo, guidato da Stefano Manni (uno dei leader del gruppo e carabiniere fino a pochi giorni fa) avesse elaborato un piano volto a "minare la stabilità sociale attraverso il compimento di atti violenti nei confronti di obiettivi istituzionali quali Prefetture, Questure e Uffici di Equitalia e previsto, in un secondo momento, di partecipare alle elezioni politiche con un proprio partito".

L’Aquila, arrestati 14 neofascisti. Piani per ‘azioni violente contro istituzioni’
Tra le pratiche del gruppo, attraverso il web e soprattutto i social network, la diffusione di notizie false e l'incitamento all'odio nei confronti degli immigrati additati come responsabili di numerosi problemi sociali
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Il gruppo aveva avviato la ricerca di armi per la realizzazione degli scopi eversivi, recuperandone alcune sotterrate dopo l'ultima guerra mondiale, acquistandone altre in Slovenia tramite contatti locali o approvvigionandosi con una rapina, già pianificata, di armi detenute da un collezionista poi sventata grazie all'intervento dei carabinieri.
Tra i progetti sfumati, secondo gli investigatori, l'assassinio dell'ex componente di Ordine Nuovo Marco Affatigato (latitante ormai da tempo in quanto accusato di "associazione sovversiva"), considerato un “infame” poiché legato ai servizi segreti.
Tra gli indagati compare anche una vecchia conoscenza del neofascismo italiano, l'anziano Rutilio Sermonti, già ex di "Ordine Nuovo" e da tempo legato a Forza Nuova, considerato una delle figure più note nel panorama degli "intellettuali di estrema destra". Addirittura un ecologista intervistato solo poco tempo fa da Il Resto del Carlino e i cui articoli vengono pubblicati da siti appartenenti ad una variegata galassia 'rosso-bruna'.Il “Movimento politico ordine nuovo” è stata un’organizzazione neofascista – con tratti ideologici ispirati al nazismo - fondata nel 1969 da Clemente Graziani e Pierluigi Concutelli il cui simbolo era un'ascia bipenne nera all'interno di un cerchio bianco su sfondo rosso (di fatto quella del III Reich hitleriano modificata).
Strettissime le sue relazioni con i servizi segreti e i carabinieri che la resero protagonista della strategia delle stragi da Piazza Fontana in poi. Ordine Nuovo venne sciolto per "ricostituzione del disciolto partito fascista" nel 1973 dal ministro dell’interno Paolo Emilio Taviani, un uomo di Gladio ma contrario a trasformare la guerra fredda in guerra civile sul fronte interno

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