martedì 9 dicembre 2014

Un Paese curioso di Alessandro Gilioli

È curioso che a chiedere lo scioglimento del comune di Roma per mafia ci sia anche Forza Italia, un partito costruito nel ‘94 da un condannato per mafia.
È curioso che Alemanno al tempo querelasse a raffica chiunque, compreso Report e questo giornale, e ora apprendiamo dalle sue stesse parole che proprio mentre querelava chiedeva ai suoi collaboratori se per caso non era tutto vero.
È curioso che qui a Roma un candidato consigliere comunale spenda da sempre molte decine se non centinaia di migliaia di euro in campagna elettorale per un posto da 2.000 euro al mese, e forse non era difficile pensare che poi si rifacesse altrimenti.
È curioso che Renzi ora parli del Pd romano come se fosse un altro partito e non quello di cui è segretario nazionale da un anno, e di cui tutti sapevano se non la corruttela di certo la brutale e tribale ingordigia.
È curioso che oggi nel coro di chi denuncia le fameliche correnti piddine della capitale canti anche Goffredo Bettini, che del correntismo vorace capitolino è stato il grande demiurgo per anni.
È curioso tuttavia anche il tentativo della stampa di destra di usare questo scandalo romano come conferma del «così fan tutti» quindi «se tutti colpevoli, nessun colpevole», ed è una puttanata, perché invece se tutti colpevoli, tutti colpevoli e basta, purtroppo.
È curioso infine che il ministro Franceschini sostenga che a creare «un danno d’immagine e quindi economico all’Italia» siano le proteste fuori dalla Scala e non quello che emerge da Roma, di cui si invece si parla su tutti i giornali del mondo.

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