Charlie-Hebdo
“E’ dura essere amato da dei coglioni”, dice Allah su una delle vecchie copertine di Charlie Hebdo che girano in questo momento per la rete. Verissimo, sacrosanto. Chi non sa ridere, chi non sopporta la satira, la critica, lo sberleffo, chi risponde con pallottole alle vignette, chi tira in ballo il buon gusto, chi censura e limita. Ecco, quelli sono i nemici di un’arte – ridere e far ridere – che ha per obbligo di farsene molti.
Charlie Hebdo non voleva, non poteva, farsi di questi problemi. “Meglio morire che vivere in ginocchio”, diceva il suo direttore, Charb, Stephan Charbonnier, ma con quelli lì, quelli lì di Charlie Hebdo, non sapevi mai se era una battuta. Oggi sappiamo che non lo era. Mitra contro vignette non è una lotta pari.
Sotto le pallottole di chi spara alla satira è morto anche Georges Wolinski, un vecchio meraviglioso zozzissimo genio di ottant’anni. Ecco, sparare a un vecchietto che disegna per far ridere la gente. Lui, li avrebbe presi per il culo meglio di chiunque altro.