martedì 24 marzo 2015

Ha perfettamente ragione Alessi di Alessandro Gilioli


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Avevo finora taciuto su Silvio Alessi perché la storia di uno di Forza Italia che vince le primarie del Pd pareva troppo anche a me: e sospettavo la mezza bufala, l'esagerazione giornalistica.
Ma questa mattina l'ho sentito con le mie orecchie, l'Alessi, a Radio 24, e devo dire che di esagerato non è stato scritto niente. Anzi.
Intervistato da Alessandro Milan, il candidato sindaco di Agrigento non solo ha abilmente rifiutato di definirsi "di centrosinistra", ma ha pure sostenuto che quelle svoltesi ad Agrigento non erano le primarie del centrosinistra e che pertanto la coalizione per cui si presenta non è di centrosinistra, ma basata su liste civiche a cui partecipano anche partiti di centrosinistra, così come forze di centrodestra. In più, l'Alessi ha tirato in ballo il governo Renzi: pure a Roma centrodestra e centrosinistra si sono messi insieme, perché vi scandalizzate se lo facciamo anche qui ad Agrigento?
Quest'ultima argomentazione, in effetti, è difficilmente confutabile.
E devo dire che anche sul resto a fine intervista Alessi mi ha completamente convinto: l'indistinguibilità tra centrodestra e centrosinistra ormai è talmente conclamata - a livello nazionale ma anche europeo - che prendersela con lui che fa le larghe intese a livello locale sarebbe davvero ingeneroso.
Anzi, bisogna dare atto ad Alessi di aver fatto il tutto in modo molto più limpido degli altri, molto più onesto rispetto alla presa per i fondelli che viene inscenata altrove: dove in campagna elettorale centrodestra e centrosinistra si scannano nelle dichiarazioni all'Ansa, nei tweet e nei talk show per poi fare esattamente le stesse politiche e sempre più spesso governare insieme - o addirittura cambiare insieme la Carta fondante dello Stato.
In fondo, pensate a quelli che hanno fatto la fila alle ultime primarie nazionali unitarie del centrosinistra, quelle in cui gli elettori di quest'area dovevano scegliere un candidato premier sulla base di un programma di governo chiamato Carta d'intenti. Bene, hanno fatto tutti la loro brava fila, hanno versato due euro, hanno firmato la Carta d'intenti, hanno scelto un candidato premier: poi però - passata la festa - è arrivato un altro premier (anzi altri due, uno dopo l'altro), e soprattutto il Pd ha fatto cose mai scritte nella Carta d'intenti - dimenticandosi quelle che invece c'erano scritte.
Molto meglio l'onesto Alessi, nel suo dire fin dall'inizio e in modo chiaro che centrodestra e centrosinistra, ormai, sono più o meno la stessa cosa.

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