mercoledì 18 marzo 2015

Lupi: un ministro forte. Ma con i poveri


Amico dei potenti delle auto­strade, nemico degli occu­panti delle case. Sono i due volti mostrati nella sua azione di governo dal mini­stro delle Infra­strut­ture Mau­ri­zio Lupi, cat­to­lico ala Comu­nione e libe­ra­zione, perno del governo con delega ai pro­getti farao­nici dello Sblocca ita­lia e alla sua guerra ai poveri con­te­nuta nell’articolo 5 del Piano Casa, quello che minac­cia di tagliare acqua luce e gas alle occu­pa­zioni abi­ta­tive e nega la resi­denza a migranti e poveri. È il mix di cru­deltà sociale e poli­tica degli inte­ressi emerso nel primo anno del governo Renzi.
Espo­nente dell’Ncd, pic­colo par­tito ex ber­lu­sco­niano ma potente per numero di mini­steri occu­pati, Lupi si è tra l’altro con­trad­di­stinto per avere difeso con i denti l’insensato pro­getto di auto­strada Orte-Mestre con­te­nuto nello Sblocca Ita­lia. Tre­cen­to­no­van­ta­sei chi­lo­me­tri che col­le­ghe­ranno il Lazio al Veneto, deva­stando ter­reni agri­coli e campi col­ti­vati. Costano 9,844 miliardi di euro e rap­pre­sen­tano la più costosa «grande opera» ita­liana. Da far impal­li­dire il Tav in Val Susa. La sua gesta­zione è stata com­plessa, ma Lupi ha matu­rato un’ossessione. Col­ti­vata sin da quando è diven­tato mini­stro alle infra­strut­ture nell’amplissimo governo Letta quando era ancora un fede­lis­simo di Ber­lu­sconi. Nel novem­bre 2013 il Comi­tato inter­mi­ni­ste­riale per la pro­gram­ma­zione eco­no­mica, il Cipe, approvò la mega-opera. Lupi sostenne che l’autostrada rien­trava tra le opere infra­strut­tu­rali stra­te­gi­che euro­pee, i pro­getti Ten-T. Il gior­na­li­sta eco­no­mico Luca Mar­ti­nelli ha ricor­dato ieri in un arti­colo su Altre­co­no­mia che la Com­mis­sione Ue ha negato la rile­vanza stra­te­gica della Orte-Mestre e ha smen­tito Lupi. Per la Com­mis­sione è solo un inter­vento «com­ple­men­tare alla rete Ten-T».
Il mostro auto­stra­dale è stato inol­tre boc­ciato dalla Corte dei Conti nell’estate 2014 per­ché l’opera rea­liz­zata in «pro­ject finan­cing», già pre­vi­sta dalla Legge Obiet­tivo appro­vata da un governo Ber­lu­sconi, era finan­ziata con un aiuto pub­blico indi­retto da 1,8 miliardi di euro attra­verso una defi­sca­liz­za­zione. Ma il governo non si è sco­rag­giato e nello Sblocca Ita­lia ha appro­vato un comma (il quarto dell’articolo 2) che risolve il pro­blema. Con­ver­tito in legge a novem­bre 2014, lo Sblocca Ita­lia ha dato il via libera a un’opera voluta dall’ex euro­de­pu­tato Pdl Vito Bon­si­gnore, oggi nell’Ncd, inda­gato dalla pro­cura di Firenze nell’inchiesta «Sistema» che ha por­tato in car­cere, tra gli altri, il super­ma­na­ger delle grandi opere Ercole Incalza. Per pro­teg­gere la sua dire­zione alla strut­tura tec­nica di mis­sione che gesti­sce le grandi opere Lupi sem­bra fosse dispo­sto a far cadere il suo governo. Secondo l’ordinanza del Gip, Incalza avrebbe favo­rito l’avvio dell’iter ammi­ni­stra­tivo del finan­zia­mento e assi­cu­rato un trat­ta­mento di favore al con­sor­zio Ilia Or-Me che ha pro­po­sto il pro­ject finan­cing della cosid­detta «Romea com­mer­ciale». In cam­bio il con­sor­zio avrebbe pro­messo di affi­dare l’incarico di dire­zione dei lavori a Ste­fano Perotti, col quale Incalza «aveva instau­rato un rap­porto cor­rut­tivo». Perotti, agli arre­sti, ha accu­mu­lato 17 inca­ri­chi come diret­tore di lavori di grandi opere. «Chi oggi ha ancora il corag­gio di soste­nere il sistema delle “grandi opere”, con tutto il corol­la­rio di norme straor­di­na­rie pen­sate ad arte per pro­muo­verle ha una respon­sa­bi­lità poli­tica enorme» sostiene la Rete nazio­nale Stop Orte-Mestre.
Capi­tolo meno appa­ri­scente in que­ste ore, ma altret­tanto impor­tante, è la poli­tica della casa di Lupi. Un fal­li­mento, a guar­dare i dati sull’andamento degli sfratti nei primi sei mesi del 2014. I nuovi sfratti sono stati 39.427 (di cui 35.257 per moro­sità), le richie­ste di ese­cu­zione 74.718, gli sfratti ese­guiti con la forza pub­blica hanno rag­giunto la cifra astro­no­mica di 18.465, quasi 2 mila in più rispetto al 2013, al ritmo di 142 in media al giorno. «Sono fal­lite le mira­bo­lanti pro­messe del piano Casa – afferma Wal­ter De Cesa­ris (Unione Inqui­lini) — Troppo poche le risorse per il fondo sociale affitti e per la moro­sità incol­pe­vole, troppo com­plesse e lun­ghe le pro­ce­dure buro­cra­ti­che per l’erogazione dei con­tri­buti, non c’è alcun inter­vento pub­blico che con­senta il pas­sag­gio da casa a casa».


LA CLOACA DELLE GRANDI OPERE

Pubblichiamo il Comunicato stampa del portavoce del Coordinamento Umbro - No E45 Autostrada, in seguito agli arresti dell'operazione "Sistema", che ha portato a 100 perquisizioni e 4 arresti fra i 51 indagati per corruzione, induzione indebita, turbata libertà degli incanti, ed altri reati.
Segnaliamo che fra gli indagati figura anche l'umbro (di Gubbio) Rocco Girlanda, passato da Fi-Pdl al Ncd, sottosegretario alle Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel governo Letta, nonchè segretario del CIPE, ovvero Comitato Interministeriale Programmazione Economica, ora consigliere del minsistro Maurizio Lupi.
Le perquisizioni si sono concentrate negli uffici della Struttura di missione presso il ministero delle Infrastrutture e Trasporti, della Rete ferroviaria italiana Spa, dell’Anas International Enterprises spa, delle Ferrovie del Sud-Est Srl, del Consorzio Autostrada Civitavecchia-Orte-Mestre, dell’Autostrada regionale Cispadana Spa e dell’Autorità portuale Nord Sardegna.
Potete leggere qui l'Ordinanza applicativa delle misure cautelari
«L'ennesima prova del malaffare che c’è sempre dietro le grandi opere, arriva ora con l’arresto per corruzione, induzione indebita, turbativa d'asta dell'ex super-dirigente del ministero dei Lavori pubblici Ercole Incalza, funzionario chiave per l'approvazione di tutte le grandi opere inserite nella Legge Obiettivo, compresa la nuova autostrada Orte-Mestre (rimessa in pista dal Governo Renzi grazie ad un articolo introdotto nello Sblocca Italia).E’ chiaro che anche quest’ultima è un'opera totalmente inutile e distruttiva, ma che potrebbe garantire una “torta” molto ghiotta per le cricche affaristiche che stanno dietro l’affare, almeno 10 miliardi di euro già in fase preliminare.
In linea con quanto abbiamo sempre detto e denunciato, questo nuovo mostro che vorrebbe trasformare la E45 in una nuova autostrada, non serve, non assicurerà alcun sviluppo alla nostra regione, non ha alcuna utilità se non per i pochi che non vedono l’ora di metterci sopra le mani e arricchire le loro tasche a danno dell’ambiente e dei cittadini che dovranno pagare gli esosi pedaggi previsti.
Il governo della nostra regione deve rivedere le sue decisioni.
Non ci sono più alibi per nessuno».

Marcello Teti
Portavoce Coordinamento Umbro – No E45 Autostrada

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