venerdì 24 aprile 2015

Chi ha regalato 42 miliardi alle banche? di Alessandro Gilioli

Oggi il Sole 24 Ore dedica una (benemerita) inchiesta alla vicenda allucinante dei titoli derivati che lo Stato italiano ha comprato da banche internazionali facendo un buco clamoroso (per lo Stato) e un favore immenso (alle banche). Materia tecnica, piena di terminologia complessa, ma che alla fine si riduce a questo: soldi dei contribuenti (tantissimi) regalati alle banche d'affari.
Al momento la voragine prevista è di oltre 42 miliardi di euro, almeno in assenza di un improbabile e repentino rialzo dei tassi. Se nei mercati  la direzione del vento dovesse cambiare, un po' meno: ma intanto una parte di quei soldi il Tesoro ha già iniziato a versarli. E si tratta di miliardi, non milioni.
Il "Sole" cerca di ricostruire con fatica come sono avvenuti quegli sciagurati acquisti, dagli anni Novanta in poi, in particolare per quanto riguarda i titoli che lo Stato ha acquistato da Morgan Stanley, e giunge alla conclusione che chi li ha comprati ha sbagliato clamorosamente previsioni e decisioni, a fronte di contratti che pure palesavano tutto il loro pericolo: «Le banche avevano esperti abituati a strutturare e valutare derivati molto complessi, mentre il Tesoro era alle prime armi», insomma chi comprava non ci capiva una mazza.
Sicché è stata fatta «una scommessa altamente rischiosa, resa ancora più imprudente da una clausola che concedeva alle banche la chiusura anticipata» dei contratti.
Ma dall'inchiesta del 'Sole' emerge qualcosa di ancora più incredibile di quello spaventoso errore compiuto coi nostri soldi. Emerge infatti che tutto è stato fatto in segreto e senza che oggi sia rintracciabile un responsabile: «I contribuenti hanno pagato operazioni finanziarie fatte dai gestori del debito senza essere mai state rese note, né tantomeno spiegate», e queste decisioni sono avvenute «senza un vero titolare», cioè da dirigenti e tecnici che rispondevano solo al direttore generale o al ministro del Tesoro in carica.
Il "Sole" ci fa quindi l'elenco di chi si è succeduto in quei posti nel periodo in cui quei contratti-capestro sono stati firmati: Mario Draghi, Domenico Siniscalco, Giuliano Amato, Carlo Azeglio Ciampi, Giulio Tremonti e Tommaso Padoa-Schioppa. Quest'ultimo oggi è deceduto, Draghi è supergovernatore a Francoforte, Siniscalco è vicepresidente proprio di Morgan Stanley (curioso), Amato è alla Consulta, Ciampi e Tremonti non hanno più cariche. Uno di loro (o forse più di uno) è il responsabile politico di questo massacro ai danni degli italiani. Ma «nessuno di loro si è mai fatto carico delle scelte tecniche fatte dai gestori del debito», come scrive il "Sole".
Insomma c'è il delitto (i 40 e passa miliardi buttati), ci sono le vittime (i contribuenti), ma non c'è il colpevole. O meglio c'è, ma nessuno ci dirà mai chi è.

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