domenica 26 aprile 2015

Lidia Menapace per il 25 aprile 2015


Lidia Menapace per il 25 aprile 2015
Nella storiografia non è così, ma così fu nella realtà.
Il primo atto della Resistenza avvenne l’otto settembre 1943, quando tutti i soldati italiani che, abbandonati dal re e da Badoglio alla vendetta nazifascista fuggirono dalle caserme, furono rivestiti rifocillati e protetti, a proprio rischio, dalle donne italiane.
Il secondo: la Resistenza passiva che, come I.M.I. (Internati Militari Italiani), 780000 militari catturati su tutti i fronti opposero nei campi di concentramento. 80000 circa morirono di fame. Opposero un NO ripetuto e di massa all’offerta hitleriana della liberazione dai campi in cambio dell’adesione alla Repubblica di Salò.
Il terzo, quando operai e operaie si opposero alla richiesta di Hitler che le macchine delle fabbriche italiane, funzionanti quando già le fabbriche tedesche erano state massicciamente bombardate, fossero trasferite in Germania, sabotando i macchinari. Sul piazzale dell’Ansaldo di Genova, nel cortile dell’Alfa di Arese, alla Rodiatoce di Verbania furono decimati o deportati a Dachau. Ma il potenziale produttivo dell’industria italiana fu in gran parte salvato e due anni dopo la fine della guerra era tornato pari a quello di prima della guerra.
Certamente vi fu, come in tutta Europa, una gloriosa Resistenza armata, una guerriglia diffusa, una Resistenza popolare di massa: ma caratteristica della sola Resistenza italiana furono e sono i tre fatti elencati all’inizio.
Lidia Menapace

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