sabato 9 maggio 2015

Che tristezza lo spauracchio della “sinistra-sinistra” di Giulio Cavalli

Matteo Renzi a Genova, durante il comizio per sostenere Raffaella Paita candidata PD alla presidenza della Regione Liguria, ha agitato lo spettro della “sinistra che perde”, della “sinistra sinistra” che, a sentire lui, “vuole perdere e fare perdere” , della sinistra definita “radicale ed estremista”. Nessuna parola invece sul commento di Saviano che in un’intervista ha dichiarato che “in Campania Gomorra è nelle liste del PD”, nessun commento sugli scajolani saliti sul carro della Paita, nemmeno un cenno agli strani voti in odor di ‘ndrangheta e soprattutto attento a non nominare Civati, ex rottamatore delle origini ora uscito dal PD. Nessuna parola. Nessuna.
Era dai tempi di Berlusconi che i “comunisti cattivi” non venivano evocati da un Presidente del Consiglio; se ci pensate nemmeno il professor Monti ha mai avuto parole di spregio nonostante l’evidente lontananza politica. E invece Renzi, senza accorgersene, rivitalizza demonizzandola una sinistra che davvero avrebbe l’occasione di essere radicale, lontana dalle liste di questo PD sempre più ambidestro e da un approccio al lavoro e all’uguaglianza ben lontano dalla sinistra-sinistra (come la definisce lui stesso).
Quindi viene da dire che l’occasione è vera, reale ed il balbettamento del premier che ce lo dice. Sinistra-sinistra: hai ragione, Matteo.

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