giovedì 28 maggio 2015

Il Pd non è più di sinistra. Scelgo l'Umbria per un'altra Europa

Alle regionali del 31 Maggio, voterò "l'Umbria per un'altra Europa", perché da uomo di sinistra e da ex amministratore e militante del PD da un certo punto in poi non c'è lho fatta più.
Parafrasando un illustre giornalista del passato che diceva di "votare democrazia cristiana e tapparsi il naso", potrei dire di aver sostenuto sin da subito il progetto politico nato con Veltroni, pur se i limiti e le criticità di una "fusione fredda" fra due anime tanto diverse come quelle che avevano dato vita al partito democratico mi erano apparse evidenti sin da subito, ma la voglia di fare e crederci comunque ha sempre prevalso, salvo poi vedere spostarsi l'asticella politica del partito sempre più "a destra". L'avvento di Matteo Renzi ha poi sancito il passaggio a politiche marcatamente neoliberiste e completamente asservite al volere dei burocrati e dei banchieri di Bruxelles. Ed io non ce lho più fatta a "tapparmi il naso" per l'ennesima volta, perché credo fermamente che la politica in quanto tale debba smarcarsi da bilanci e conteggi e tornare a rappresentare una visione di società. Meglio se una visione basata sull'uguaglianza, l'inclusione sociale e l'equità.
In questo senso credo che anche in Umbria la lista che si rifa a Syriza sia un alternativa necessaria ad una situazione oramai secolarizzata attorno a gruppi di potere consolidati che pur di mantenere la propria posizione di favore, non  ha esitato ad asservirsi al nuovo corso dettato da Renzi e questo anche in quei casi in cui ciò ha significato dover rinunciare alla propria storia ed identità politica.
Da abitante dei territori lacustri darò il mio sostegno a Beatrice Balli, perché credo sia giusto sostenere e dare la possibilità di crescere a forze giovani e non ancora contaminate dalla politica di palazzo, perché ho avuto modo di parlarci ed ho notato che  nonostante la giovane età è una persona preparata e competente rispetto alle tematiche che il nostro territorio ci impone (prima fra tutte quella del lavoro), perché chi si è laureato da poche settimane e passa le giornate a fare campagna elettorale per andare poi la sera a lavorare col sorriso sulle labbra rappresenta una speranza per il futuro.
Andrea Cellini

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