mercoledì 24 giugno 2015

Mi dispiace dirlo...


L'avversario è più furbo di noi. Ci impone il campo di lotta a lui più favorevole e ci batte.

di Gianfranco La Grassa
Mi dispiace dirlo, ma l'avversario è più furbo di noi.
Ci conduce su un campo di lotta dove sono quasi sicuro non vi è al momento sensibilità sufficiente nella popolazione per opporsi. E' un veleno, quello che è stato somministrato da decenni? Bene, ma ha fatto un effetto notevole.
Se difendete la famiglia e la tradizione, ecc. - al di là delle solite accanite discussioni sui numeri dei partecipanti alle manifestazioni, su cui dovremmo già sapere, dall'esperienza sindacale e altre, quanto sia sterile dibattere sulla "grande manifestazione" - vi fate portare su un terreno dove, a mio avviso, non vincerete nemmeno la battaglia, non dico la guerra.
Nelle strategie, il primo problema è la scelta del campo di battaglia; poi le forze in campo, la disposizione iniziale dei reparti, e infine come farli muovere per soverchiare l'avversario in dati punti cruciali tali da scomporre le sue file e consentire eventuali accerchiamenti, per sfuggire ai quali quello deve arretrare e magari portarsi in posizione meno favorevole fra quelle esistenti in quel campo di battaglia. O addirittura portarlo fuori da quel campo e instradarlo in uno dove si trova a mal partito. Ecc. ecc.
Il problema centrale è che non sappiamo come buttare a mare questo governo, che pure non è fortissimo. E non riusciamo a cacciare Berlusconi che ho la netta sensazione continui ad esercitare, ma sottilmente, la sua funzione di supporto nei momenti di maggiore debolezza dell'avversario. E poi, dietro tutto, c'è la strategia attuale (al momento diciamo ancora obamiana fino al nuovo presidente americano) degli Stati Uniti, che è meno avventurista e fallimentare di come alcuni (in buona fede? Può anche essere ma non conta) stanno facendo credere.
Il vero fatto è che gli altri, ivi compresi i maggiori antagonisti, i russi, sono sulla difensiva. E noi, in particolare, ancora nemmeno abbiamo individuato il campo più favorevole per la lotta. Non dico le forze in campo e la loro disposizione; nemmeno abbiamo scelto un campo adeguato. Ce lo facciamo imporre dall'avversario e lo seguiamo. E saremo stra-battuti. Io qui lo dico, qui non lo nego, ma lo riaffermo. E di più non posso fare.

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