sabato 17 ottobre 2015

La finanziaria dei 40 centesimi al giorno per i contratti del pubblico impiego


finanziaria

di Alfredo Morganti , nuovatlantide.org
La legge di Stabilità, secondo Renzi, andrebbe chiamata ‘Legge di Fiducia’, forse per le tante fiducie che il governo ha chiesto in Parlamento, con ciò prefigurando un modello di democrazia ‘decisionale’, per il quale qui comando io e zitti. Bene, in questa legge che equipara i castelli ai tuguri e taglia l’IMU a tutti, anche a Bill Gates ove risiedesse in Italia, c’è stata un’apertura verso il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici. La signora cifra è 300 milioni di euro. Ricordo che il blocco contrattuale risale al 2008, calando sui lavoratori della p.a. proprio nell’incipit della crisi più dura del secolo. Da allora le retribuzioni sono ferme, semmai c’è stato un attacco ai salari accessori, tanto per non farci mancare niente.
Sì, lo so, noi lavoratori pubblici siamo dei fannulloni incalliti, dei pervicaci assenteisti e degli incapaci per definizione. Siamo esposti al pubblico ludibrio da sempre. Siamo l’alibi di una pubblica amministrazione vecchia e inefficiente. Siamo il capro espiatorio di ogni magagna politica. Non faccio del vittimismo, mi limito a rappresentare il clima che viene montato ogni giorno e che fa opinione pubblica. Per questo non mi meravigliano i 300 milioni destinati ai contratti, dopo 6-7 anni che stiamo a secco. Mi riferisco a lavoratori che in media (parlo degli enti locali che conosco meglio, escludendo la dirigenza) guadagnano 1200-1500 euro al mese persino dopo 30 anni di carriera. Che spesso sono abbandonati alla dequalificazione, senza alcuna effettiva valorizzazione delle competenze. Tant’è che è invalsa l’abitudine di sottoscrivere contratti di collaborazione esterna anche quando la p.a. è dotata di risorse interne all’altezza. Ma si sa come vanno le cose in politica. C’è sempre qualcuno a cui si deve riconoscenza e gratitudine.
Bene. A questi dipendenti fannulloni la Legge di Stabilità (‘di fiducia’, pardon) concede 300 milioni di euro che, mediamente, significano 7,8 euro lordi al mese di aumento, corrispondenti a 40 centesimi al giorno. Vi pare poco, vista la natura fancazzista del vostro lavoro, sento già dire in giro? No, è tantissimo cribbio. Tanto che taluni colleghi sono già pronti a investire in hedge fund e hanno prenotato per Davos volo e albergo. Per questo a me pare anche troppo e faccio appello al premier: riduca i 300 milioni a 150. A noi non cambia nulla, perché 40 o 20 centesimi al giorno è un’inezia, mentre invece ai proprietari di castelletti medievali a cui è stata tolta l’IMU per dare un segnale (ben compreso da tutti, peraltro), potrebbero essere utili. Siamo il Paese che è solito accorrere in soccorso del vincitore, non smentiamoci. Anche stavolta scapicolliamoci a sostegno dei ricchi, facciamo sentire il nostro deferente calore, apriamo un fondo alle Cayman tutto per loro. Si può donare con generosità sino a 2.999 euro a testa. Ci sta, con questo andazzo ci sta. Non è politica, è governo.

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