lunedì 16 novembre 2015

All’arme


Guerradi Marinetta D’Annunzi

L’Ora è giunta.
Un secolo dopo la Grande Guerra, è finalmente arrivato il momento di celebrarne degnamente l’anniversario ripetendone l’impeto redentore.
Che il sangue dei morti incendi quello dei vivi di nobile Furia vendicatrice.
Che il fuoco dei nostri mirabili ordigni squarci le tenebre delle lande barbare che osano minacciarci con il loro contagio oscurantista.
Che il vivido fulgore della nostra Scienza dissolva in un lampo di fiamma il loro arcaico culto sanguinario.
La nostra superiorità morale e militare surclassa la loro tribale ferocia almeno un milione di volte.
Dispieghiamola orgogliosamente in tutta la sua Potenza.
Perché limitarsi, perché subire ancora? Sarebbe vile, infame, insensato.
Indegno della nostra Stirpe, del suo nobile retaggio, della sua illuminata Cultura che così chiaramente rappresenta l’apice della Civiltà Umana.
È nostro Dovere, nostra Missione, nostro Destino liberare il mondo e il futuro da quest’orrida minaccia.
Spazzare via per sempre questo efferato Nemico.
E poi, immediatamente dopo, crearne un altro.
Perché senza un Nemico da odiare e combattere lo Spirito dei Popoli si spegne e muore.
L’Amor di Patria marcisce nella laida decadenza della torpida pace.
Il Progresso scientifico arrugginisce e s’incaglia.
L’Economia s’impantana.
All’arme dunque, non esitiamo oltre.
Che il Grande Ciclo ricominci.


Questo articolo non rappresenta il parere di nessuno della redazione di Carmilla. Nemmeno di chi l’ha scritto.

Strage Parigi, il discorso di guerra di François Hollande. "Cambiamo la nostra Costituzione per battere l'Isis"

HOLLANDE

Modifiche alla Costituzione, più poliziotti e gendarmi, stato d'emergenza prolungato. E ancora: più bombe sulla Siria, l'appello a una coalizione internazionale contro l'Isis, la richiesta di più solidarietà materiale da parte dell'Ue. È un discorso di guerra in piena regola quello del presidente francese François Hollande a Versailles, davanti alle due Camere del Parlamento francese. Hollande invita i francesi a essere “spietati” nella lotta al terrorismo ed elenca misure che definire eccezionali è poco. I parlamentari lo ascoltano con il fiato sospeso mentre la grande Storia torna a Versailles nella sua veste più drammatica. Hollande promette di intensificare i bombardamenti sulle roccaforti del Califfato in Siria e annuncia che nei prossimi giorni la portaerei Charles de Gaulles partirà per il Mediterraneo orientale in modo da "triplicherà la nostra capacità d'azione".
La parola “guerra” risuona più volte nel discorso del presidente fino a riempire lo spazio. Riecheggia nella standing ovation finale. Poi nel canto della Marsigliese, più forte che mai. 
Hollande traccia il percorso per adeguare la Costituzione allo stato di guerra in cui è precipitata la Francia dopo gli attentati di venerdì a Parigi. Dobbiamo "fare evolvere la nostra Costituzione per fare in modo che il nostro stato di diritto possa far fronte alle minacce terroristiche". In sostanza, si tratta di modificare due articoli della Carta costituzionale: l’articolo 16, relativo ai poteri straordinari del presidente della Repubblica francese in caso di minacce a istituzioni, indipendenza ed esecuzione degli impegni internazionali, e l’articolo 36, relativo appunto allo stato di guerra.
L'articolo 16 contempla i "poteri eccezionali" cui il presidente può ricorrere in caso di "interruzione del funzionamento regolare dei poteri pubblici costituzionali". L'articolo 36 contempla invece lo "stato d'assedio" ma potrebbe, se modificato, contemplare anche lo "stato d'urgenza". Attualmente lo stato d'assedio "è dichiarato in caso di pericolo imminente, insurrezione armata o attacco straniero”: in queste eventualità, diverse competenze vengono trasferite dall'autorità civile a quella militare. Per Hollande, tale trasferimento "non è adatto" alla realtà odierna: "Non è concepibile trasferire dei poteri all'autorità militare, e tuttavia noi siamo in guerra, siamo in un conflitto di un altro tipo, che chiama il regime costituzione a poter gestire lo stato di guerra", ha detto.
La proposta di Hollande – che si basa su un’idea di Edouard Balladur – consiste nell’integrare lo stato d’emergenza nell’articolo 36, senza che per questo sia previsto un trasferimento di poteri all'autorità militare come previsto attualmente. La legge francese – ha detto Hollande - deve dotarsi di "uno strumento per prendere misure eccezionali […] senza compromettere l'esercizio delle libertà pubbliche" per combattere contro il terrorismo.
Ma non è tutto. Perché Hollande chiede anche espulsioni più facili per i sospettati e la possibilità di revocare la cittadinanza ai condannati per terrorismo, nonché nuovi mezzi per polizia e magistratura. "È necessario che un cittadino francese autore di attentato all'interesse nazionale o terroristico, si veda annullata la cittadinanza francese, sia che sia nato in Francia sia che la abbia acquisita [...]. Dobbiamo poter privare della sua cittadinanza francese un individuo condannato per aver attentato ai valori della Repubblica, anche se è nato francese, dal momento che beneficia di un'altra cittadinanza. Allo stesso modo dobbiamo poter impedire a una persona con doppia cittadinanza di tornare sul nostro territorio se rappresenta un rischio terroristico, a meno che non accetti di sottoporsi a controlli drastici".
Davanti ai deputati delle Camere Hollande cita l'articolo 2 della Costituzione per giustificare il prolungamento dello stato d'emergenza: "mercoledì prossimo il Parlamento sarà incaricato di valutare il disegno di legge atto a prolungare lo stato d'emergenza di altri 3 mesi, il cui contenuto sarà adattato all'entità della minaccia".
Il presidente descrive una Francia sempre più militarizzata, dentro e fuori i suoi confini. Sulla sicurezza interna, annuncia che nei prossimi anni saranno istituiti 5mila gendarmi e poliziotti in più, fino a portare il totale dei posti di lavoro nel campo della sicurezza a 10mila unità. "Dobbiamo ancora una volta ampliare gli strumenti a nostra disposizione – dichiara Hollande - perché se siamo in guerra non possiamo agire con gli strumenti che avevamo qualche anno fa, con le leggi che avevamo qualche anno fa". Per questo saranno necessari mezzi ed equipaggiamenti, investimenti non previsti ora divenuti la priorità.
A livello internazionale, il discorso di Versailles è un appello a formare una nuova coalizione contro lo Stato islamico. "Ho richiesto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di riunirsi nel minor tempo possibile per approvare una risoluzione" contro lo Stato islamico, spiega Hollande. "Serve una grande e unica coalizione per combattere questo esercito terroristico […]. Nei prossimi giorni incontrerò il presidente americano Barack Obama e il presidente russo Vladimir Putin per unire le nostre forze e ottenere un risultato che oggi è ancora rinviato per un po' di tempo".
All’Europa l’Eliseo chiede l’attivazione della clausola di solidarietà di fronte alla strage di Parigi. L’Isis “non è un nemico della Francia ma dell'Europa", ha affermato Hollande: per questo, "ho chiesto al ministro della Difesa di incontrare da domani i suoi omologhi europei in base all'articolo 42.7 del trattato dell'Unione che prevede, di fronte all'aggressione di uno Stato, che tutti gli Stati membri diano solidarietà". In caso di aggressione armata nei confronti di uno Stato membro, l'articolo citato prevede che gli altri diano assistenza "con tutti i mezzi in loro potere".

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