domenica 6 dicembre 2015

Appunti per la costituente di Roberto Musacchio

Sento l’esigenza, prima di tutto per me stesso, di provare a mettere un po’ in ordine alcune riflessioni sul tema della Costituente in cui siamo impegnati. Lo faccio per appunti.
Considerazioni preliminari e di metodo.
Domande chiave.
C’è bisogno di una nuova soggettivita’ unitaria della sinistra? Rispondo affermativamente quasi per apriori kantiano. Ma va costruita la risposta affermativa nel senso comune, cosa assai meno scontata e questo significa che il processo ha un enorme valore. Non credo sia risolvibile in un atto creativo ma appunto in un processo. Dietro di non ci sono ne’ Marx, ne’ la Rivoluzione d’Ottobre. Al contrario c’è una lunga sconfitta della sinistra e del movimento operaio, particolarmente in Europa.
C’è la possibilita’ di farlo? La risposta si intreccia alla prima. Non ci sono grandi forze motrici; la frammentazione e’ il dato prevalente; c’è una crisi nel senso comune. Pure, il pessimismo della ragione si puo’ consentire un ottimismo della volontà se pensiamo alla crisi complessiva del sistema che comunque chiede tentativi nuovi e se guardiamo ad alcune esperienze europee e dell’America Latina.
Conseguenza. Il processo e’ fondamentale. Deve consentire il riaccumulo di energie, la ricognizione sulle cause delle sconfitte e sui grandi cambiamenti della nostra epoca e del nostro Paese. Deve cioè colmare un gap e un vuoto di anni. Ricostruire una memoria condivisa e altrettanto un futuro.
Necessita’. Serve un forte spirito costituente e un’ampia partecipazione intellettuale e popolare. Non si puo’ pensare che si affermi una egemonia se non grazie ad un vero processo. Fondamentale e’ che tutti si possano sentire rappresentati e possibilmente vincitori. La pratica Win-Win, tutti vincono, che appartiene ad altre sfere oggi puo’ essere utile alla nostra.
Il contesto. E’ quello della sconfitta del movimento operaio, della crisi democratica, particolarmente forti in Europa ed accentuati in Italia. La crisi della Prima Repubblica ha aperto una transizione infinita e pericolosissima di cui non si vede la fine e che anzi accumula rischi. Sono in crisi le istituzioni, i corpi intermedi, la societa’. Lo smantellamento della Costituzione avviene dall’alto e dal basso.
La sinistra. Lo scioglimento del Pci ha lasciato aperti tutti i problemi della sua crisi e aggravato drammaticamente la condizione della sinistra. La stessa presa d’atto di cio’ avviene a tappe e per percorsi diversi mano mano che falliscono i tentativi di condizionare il processo che dal Pci ha portato al Pd. Le forme di resistenza e di riaggregazione hanno vissuto fasi diverse per qualità e quantità. L’arrivo al Pd di Renzi ripropone esigenza e possibilita.
I temi. Le forme di resistenza e di ricostruzione si sono avvalse di elementi vari, identitari come la questione comunista, politici come la lettura della globalizzazione, dell’Europa e della Seconda Repubblica, programmatici come la resistenza alla lotta di classe rovesciata e ora al renzismo. La mescolanza di questi elementi non ha trovato ne’ stabilita’, ne’ equilibrio, ne’ unita’, ne’ efficacia sufficienti. Questioni come l’identità comunista o socialista, o ecologista, o femminista e le loro relazioni; come le forme dell’agire politico nelle forme partito, dei movimenti, nella dimensione europea sono rimaste largamente irrisolte. Quando si ebbe la Bolognina già si discusse ad esempio della questione dell’identità comunista rispetto ad un nuovo soggetto non piu’ comunista. C’è da dire che questo vale anche per gli altri soggetti. Basti pensare a come il Pci si sia trasformato prima in PDS, cioè Partito, poi in DS, senza la P, poi in PD e come abbia affrontato la questione della propria identità compresa la questione socialista. Ma pensiamo anche ai cinque stelle e a come cambino la natura del soggetto partito previsto dalla Costituzione ma non normato in Italia da una legge a differenza che in Germania.
Oggi. Visto il ritardo e il contesto lo spirito costituente e’ fondamentale. Il processo e’ indispensabile in quanto tale e cioè che ci sia e sia reale. Deve camminare domandando cioè ponendo le questioni. Avendo chiara la meta e cioè quella della soggettivita unitaria.
Le domande. Qual e’ il soggetto che corrisponde alla nostra Costituzione ma e’ capace di far fronte alle sconfitte e alle sfide? Un Partito? Come incrocia la nuova domanda di politicità dei movimenti? Come incorpora dalla fondazione la questione europea? Come agisce nella globalizzazione? Se non e’ piu’ a base ideologica ( ricordando che il Pci tolse il riferimento nello statuto al marxismo-leninismo solo pochi anni prima di sciogliersi e pur essendo un partito di massa a iscrizione su base programmatica ) come si dota di un pensiero forte? Qual e’ il rapporto tra programma, valori e identità culturali? Come si rapporta alle culture affluenti, quelle di sinistra, comuniste, socialiste, quelle democratiche, quelle ecologiste, quelle movimentiste e quelle di genere? E come queste possono continuare a vivere per non mummificarsi?
Risposte. Le affiderei al processo. Provo a dire alcune delle mie. Il soggetto e’ politico, ad iscrizione individuale, di dimensione europea, programmatico e valoriale, per la democrazia, l’uguaglianza, la pace, antirazzista e anti xenofobo, ecologista e per le culture di genere e le differenze sessuali. Riconosce il valore delle culture di sinistra, comunista e socialista, ecologista, democratica e di genere. Prevede si possa iscrivere anche chi e’ iscritto anche ad organizzazioni che non siano in contraddizione con i suoi valori e non partecipino a competizioni elettorali. Costruisce secondo il meccanismo di una testa un voto la propria vita politica, sociale e istituzionale.
Altro. Queste mie riflessioni vogliono aiutare anche a risolvere nodi che possono sembrare inestricabili e paralizzanti ma che forse possono non esserlo.

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