giovedì 10 marzo 2016

"Primarie rosse a Roma? Per il Prc l'ipotesi è completamente campata per aria

“Primarie Rosse”? No Grazie, risponde secco Il Prc. Del resto nel confusissimo panorama politico romano, il cono d’ombra del “post-renzismo” si sta dimostrando un luogo poco raccomandabile. L’ultima è che Sel mette in campo uno dei suoi uomini di punta, Gianluca Peciola. E poi c’è il ritorno di Ignazio Marino. Non manca nessuno nella squadra dei furbi che vogliono contendersi l'elettorato del Pd in libera uscita, la cui direzione di marcia non sarà certo invertita dal Giachetti di turno.
Di contro, la mancanza di autonomia politica di Sel investe in pieno Sinistra italiana, distruggendo nel giro di poche ore un suo uomo, Stefano Fassina.

“La discussione sulle "primarie rosse" a Roma – dice il segretario del Prc Paolo Ferrero - è completamente campata per aria. Non ha nessun senso fare primarie tra candidati che sostengono progetti politici diversi. Noi siamo alternativi al PD e al suo progetto politico e non siamo interessati in nessun modo ad essere contaminati dalle beghe di potere che dilaniano il PD e che con la politica hanno poco a che fare. In secondo luogo non ha nessun senso fare primarie con chi rischia di essere rinviato a giudizio nelle prossime settimane. Il candidato della sinistra a Roma c'è già e si chiama Stefano Fassina”.

Gli fa eco Claudio Ursella che, come segretario del Prc di Roma, si è assunto il compito di guidare la sua comunità politica dentro questo vero e proprio labirinto. “Non accettiamo l'idea che dopo quattro mesi di impegno intorno alla costruzione di un programma, di una candidatura e di un progetto politico che vada oltre le elezioni, oggi ci si fermi per fare le "primarie", al solo scopo di permettere ai vari pezzi di un centrosinistra ormai senza speranza, di risolvere le sue beghe interne”. “Ci sembra poi grottesco – aggiunge Ursella - che qualcuno pensi di potersi candidare, senza neanche dire una parola sul programma sul quale in questi mesi abbiamo lavorato, sul profilo politico di alternatività al PD e discontinuità dal centrosinistra, sul quale abbiamo concordato tutti nell'assemblea del 5 marzo”.
La candidatura di Marino? “In questi mesi ha operato al di fuori del percorso di costruzione di una lista della sinistra alternativa – commenta Ursella - ci sembra francamente ridicolo: un ex sindaco che in ogni suo atto di governo ha contrastato i principi ispiratori del nostro programma, e il cui operato deve ancora essere sottoposto al vaglio della magistratura; un esimio professore, il cui principale merito politico sono autorevoli amicizie nel PD; un ex capogruppo di un partito di maggioranza in comune, di cui il meglio che si può dire, è che (forse) non si è accorto dei provvedimenti che sosteneva con il voto.
Di cosa stiamo parlando?”.
L’invito a Stefano Fassina è a portare a compimento con coerenza il progetto “a cui da mesi stiamo lavorando, definendo nome e simbolo della lista, senza perdere tempo con "primarie", in cui dare spazio ad un ceto politico ispirato dalla sola necessità della propria auto perpetuazione”.
Domani Stefano Fassina, al di là delle varie tattiche utilizzate in questi giorni, dovrebbe dire l'ultima parola

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