mercoledì 5 aprile 2017

Breve florilegio razzista, di Militant

 


Cos’è il razzismo? Secondo il vocabolario Treccani, è un «complesso di manifestazioni o atteggiamenti di intolleranza originati da profondi e radicati pregiudizî sociali ed espressi attraverso forme di disprezzo ed emarginazione nei confronti di individui o gruppi appartenenti a comunità etniche e culturali diverse, spesso ritenute inferiori». Questo complesso di pregiudizi si è storicamente manifestato sempre in forma politicamente trasversale. Una breve rassegna massmediatica sulla vicenda dell’uccisione del commerciante di Budrio ce ne offre la più limpida delle dimostrazioni. Senza alcun riscontro o conferma da parte degli inquirenti, tutti i media stanno lasciando intuire che “forse” l’assassino è “straniero”. In base a cosa? A niente, visto che, nonostante la pressione interessata, nessun elemento tende ad indicare la provenienza “straniera” del rapinatore. Eppure in tutti i giornali il dubbio è stato insinuato ad arte: senza prove né testimonianze (anzi: tutte le testimonianze tenderebbero ad escluderlo), l’elemento straniero è inserito negli articoli senza confermarlo né smentirlo.
 
 [Repubblica]
 
[Corriere della Sera] 
 
 [La Stampa]
 
[La Nazione]

Certo, potrebbe essere anche uno straniero, e questo cosa cambierebbe? Nulla riguardo alla casistica, molto rispetto agli interessi politici di chi cerca in tutti i modi di soffiare sul fuoco della legalità e dell’avversione strisciante verso i migranti (l’avversione è sempre strisciante, mai manifesta, perché il razzismo della grande borghesia non mira ad “espellere” i migranti ma a sottrargli diritti sociali). Negli articoli non si dice: “potrebbe essere un italiano”, ma “non è possibile stabilire se sia straniero”, invertendo l’onere della prova: una contorsione discorsiva capace di fomentare l’insofferenza verso i migranti senza però dire esplicitamente che l’omicida sia davvero un migrante. Questa operazione è trasversale, riguarda i principali media di area centrosinistra o centrodestra, perché questo genere di razzismo (che è appunto quello strisciante, non quello muscolare e impresentabile à la Salvini) è socialmente e politicamente unificante (e alla fine fa il gioco proprio del razzismo più diretto e meno imbellettato).
Neanche l’accortezza di evitare la figura di merda commessa a reti unificate la scorsa settimana sull’omicidio di Alatri, dove Emanuele – il ragazzo barbaramente ucciso da italianissimi personaggi del luogo – veniva raccontato come solita vittima dello “straniero” (albanese, in questo caso):
 
[Huffington Post]

[Il Tempo]
 
Questo il razzismo trasversale alle presunte differenze politiche presenti in Parlamento. Senza contare l’appartenenza politica degli assassini di Emanuele: l’immagine della mazza a corredo dell’articolo non lascia molti dubbi. Ma nessuno da nessuna parte dell’universo massmediatico ha voluto notare la relazione diretta e necessaria tra il razzismo dei picchiatori e la loro ideologia fascista. Sarebbe stato, davvero, chiedere troppo.

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