sabato 4 novembre 2017

Anti-sistema: che male c’è? di Luigi Altea


   
Che male c’è ad essere anti-sistema?
Viviamo in un sistema finalizzato al solo profitto, ferocemente orientato contro la persona umana.
Un sistema che arricchisce sempre più i ricchi, e che non lascia scampo ai poveri.
Dovremmo essere pro-sistema?
E perché? Per fare piacere all’imperante capitalismo rapace?
Questo maledettissimo sistema ha reso l’aria irrespirabile, ha inquinato i mari, sta distruggendo il pianeta.
Fa morire di fame milioni di bambini, non garantisce una degna assistenza sanitaria, costringe i giovani alla disoccupazione, e obbliga gli anziani al lavoro fino alla vecchiaia.
Concede dei bonus per i nostri bebè, e paga dei delinquenti perché tengano lontano da noi i bebè altrui, e li riempiano di malus.
Davvero è disprezzabile chi non sopporta che “pane ed acqua” sia la chimera per molti, e rappresenti invece un castigo per altri?
Il sistema è riuscito ad anestetizzare le coscienze, ad unificare il pensiero, ad omogeneizzare le opinioni.
Non ci si indigna più di niente.
Le disuguaglianze aumentano, le speranze si affievoliscono, il fatalismo avanza, la rassegnazione sedimenta.
La lotta di classe e il conflitto sociale sono solo un ricordo di un’era lontana.
Questo sistema aizza i penultimi contro gli ultimi, fomenta la guerra tra poveri.
Magari ci fosse davvero un Partito anti-sistema!
Non un Partito anti-politico, ma al contrario un Partito “totus politicus”, per far vincere la politica-politica, contro la sudditanza della piccola politica al capitale e alla finanza.
Gli attuali partiti non hanno alcuna intenzione di cambiare questo sistema.
La loro ambizione è di cambiare i rapporti di forza, gli assetti al loro interno, gli assessori, i ministri, e i direttori dei TG…
Purtroppo proseguiranno la triste storia degli ultimi decenni: un’alternanza tra la destra e la cosiddetta sinistra, che non ha scalfito minimamente il sistema, non ne ha contenuto la brutalità.
Anna Falcone e Tomaso Montanari hanno proposto qualcosa di molto interessante, qualcosa finalizzato a spezzare il monotono succedersi di politiche sostanzialmente tutte uguali, e tutte fallimentari.
Propongono una politica altra, nel contenuto e nel metodo, ma su di loro è calata la censura dei media, e l’ostentata indifferenza del sistema, che si sente minacciato e non gradisce…
Sarebbe, dicono i critici, il tentativo velleitario di due persone.
Come se la valanga, inizialmente, non fosse stata una piccola palla di neve.
Anche la più lunga marcia comincia dal primo passo.
Anche Fidel Castro, Che Guevara e Camilo Cienfuegos all’inizio erano solo in tre…
Bisognerebbe avere il coraggio di archiviare l’esperienza del centrosinistra, delle terze vie e voltare pagina.
Chi ci ha portato fin qui, invece, continua ad ispirarsi a Prodi, a Treu, a Letta, a Pisapia, a Blair…
Poco tempo fa, un leader di questa povera sinistra, in un accalorato discorso sulle future prospettive, non ha citato una sola volta Gramsci, Di Vittorio e Berlinguer…
Ed ha, invece, calorosamente ricordato e lodato, per ben sette volte, Bill Clinton.
Una sinistra gioiosamente Clintoridea.
Che tristezza!

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